Per anni il cinema di Carmelo Bene è stato ingiustamente ignorato dai media e fino a poco tempo fa non esisteva alcun DVD che testimoniasse la sua eccentrica opera. Meno male che ci ha pensato la Rarovideo, che ha pubblicato un bel prodotto, con tanto di libro annesso, proponendo "Nostra Signora dei Turchi" ed il corto "Hermitage". A ruota la "riscoperta" di Bene continua, con le letture di Dante, il CD di "Pinocchio" e l'edizione finalmente in DVD di "Salomè", opera datata 1972, una tra le più fruibili e divertenti dell'autore.

La trama è scontata, riprende infatti il tema biblico: Erode Antipa (interpretato da Bene stesso) sposa la cognata Erodiade (Mancinelli-Vincenti) e si invaghisce della figlia di lei, Salomè appunto, avuta dalla precedente unione. Nel frattempo, prigioniero nel palazzo, si trova Giovanni Battista, inviso ad Erodiade. Convinta dalla madre, Salomè cede alle lusinghe di Erode, eseguendo per lui la celeberrima danza, ottenendo in cambio la decapitazione dal Santo. Passando forzatamente attraverso quel testo di Oscar Wilde, così decadente e sfavillante di ori, argenti e personaggi sporchi, meschini e, tuttavia affascinanti, Bene mastica e sputa l'opera di Wilde e la rende propria. Non sono da sottovalutare le suggestioni dei disegni di Beardsley, eleganti ed erotici. Al gusto decadente e raffinato, il regista sostituisce lo sfavillio di luci psichedeliche e scenografie straordinarie che ricostruiscono una crepuscolare reggia, condita di vasche, frutti e cibi di ogni tipo, costumi esagerati di sapore teatrale. Al contrario di quanto accade in "Un Amleto di Meno" qui Bene non si diverte a distruggere l'opera, ma si limita a prenderne possesso. Il film procede per immagini, mostrando i deliri del tetrarca (che ripete ossessivamente frasi e concetti, tra cui "Salomè, danza per me.."), soffermandosi sulle nenie di Erodiade (che si avvale di una doppia interpretazione), indugiando sulle nudità dei personaggi e sui primissimi piani di bocche che gozzovigliano, su mani sporche di cibo e particolari di oggetti. Ogni tanto si sente qualche grido "Puttana, puttana!" è il Battista (un improbabile vecchio) che apostrofa la regina. Divertente, se così si può dire, la sequenza in cui un martire cerca di crocifiggersi da solo, ma, dopo essersi trafitto con un chiodo i piedi e poi una mano, non riesce a completare l'opera. La pellicola è piena di spunti brillanti o interessanti e, data la cultura di Bene, non è sempre facile cogliere riferimenti e citazioni. Certo, la trama nota aiuta lo spettatore e la lunghezza non eccessiva del film (70 minuti circa) rendono la visione più leggera e piacevole, rispetto ad esempio a "Nostra Signora dei Turchi".

Quando si guarda un film (o un'opera teatrale qualsiasi) di Bene, non bisogna dimenticare, ovviamente, che non si può prescindere da lui: Bene è non solo il fulcro dell'opera, ma è la "Salomè" nella sua totalità, è "Salomè DI Carmelo Bene", una creatura che non può vivere senza il suo ideatore, che si è preso la libertà di soggiogare un mito a proprio uso e consumo. Basti pensare che il ruolo di Salomè venne affidato ad una attrice-modella che a malapena proferisce verbo in italiano forzato. Bene non va mai oltre Bene, ma in questo caso il suo ego basta e avanza per donarci un film particolare, sfarzoso, interessante e, bontà sua, comprensibile.

Carico i commenti... con calma