Ore 23.30 il cortile del Villaggio Globale è stracolmo.Tutti ansiosi di godere dell'estro della Cantantessa. La band si posiziona sul palco, la folla inizia ad invocarla, eccola.
Armoniosa più che mai saluta e inizia lo show.
Ultima data del tour e si sente. Un gruppo ben legato, una facilità e disinvoltura nel percorrere la scaletta in evidenza soprattutto dall'arrangiamento di ogni pezzo. Canzoni come "Contessa miseria", "Geisha", in cui coesistono melodie acustiche e plettrate distorte. Momenti di puro HardRock, di sfrontatezza sonora; per questa notte nessuno si è risparmiato.
La Consoli mostra la sua grande dolcezza e tecnica in sala sfogando on stage tutta se stessa. Mix di femminilità, di aggressività ormai saldamente inquadrate nel suo straordinario modo di concepire la musica. Proprietà canore sempre in evoluzione, ormai matura. Bravissima nella cover di "Mr. Big", applauditissima nella versione di "Nel blu dipinto di blu" regalata ad un pubblico sempre protagonista: ha cantato, ha ballato, l'ha sorretta ed emozionata.
Completamente a suo agio tra jazz, blues e rock, erede di quella personalità da leggenda delle grandi icone del panorama musicale di anni fa.
Generosa nel regalare bellissime versioni di "In bianco e nero", "Venere", "Eco di sirene" in cui Roma è stata pronta a celebrare la sua Vittoria.
Serena, piena di quel magnetismo di donna e misticismo d'artista, presente e vera sul palco come in club denso di fumo a luci soffuse intenta ad incantare con la sua chitarra. Tutto ciò è Carmen Consoli, cresciuta e maturata.
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