Quando ho appreso la notizia di una ristampa del suo terzo lavoro ho pensato: "Perché? Forzato come tentativo!". Poi rileggendo bene ho notato che si parlava, non solo di ristampa ma anche di una rivisitazione completa dell'intero album: la cantantessa si rimetteva in gioco, nuovamente, con ciò che è stato definito da lei medesima "il suo disastro discografico". La cosa mi ha incuriosito e fatto venire quel buffo, orrendo risolino di chi ama pavoneggiarsi dal gusto di una bella notizia. Infatti "Mediamente Isterica Deluxe Edition" non è una limited edition di quello che a parer mio è uno tra i lavori più belli di questa cantautrice, non è un modo per spillar soldi ai fan (che si sa quando si parla del proprio artista preferito acquisterebbero di tutto!): è la prova di quanto la Consoli sia legata a questo suo lavoro e abbia deciso di dargli un tocco di giovinezza con la maturità idonea, acquisita nel corso degli anni, rimanendo allo stesso tempo fedele all'originale.


Il risultato è appunto questa Deluxe Edition: due cd, uno quello del '98, il vero e prorio Mediamente Isterica, arricchito da alcune bonus track, vari provini e un duetto con il suo produttore (purtroppo non più tra noi) Francesco Virlinzi ("Eco di Sirene"); l'altro ovvero una rivisitazione completa di tutte le canzoni, ricantate, risuonate, riprodotte più un inedito ("L'Uomo Meschino").


E così mentre scorriamo la tracklist, possiamo riascoltare una Carmen alle prese con le già note "Besame Giuda", "Sentivo l'Odore", "Geisha", "Contessa Miseria" ricantarle con la stessa emozione di un tempo con in più una voce molto più dura, matura, graffiante, diversa e un sound più sporco, accattivante, più moderno. Non si tratta solamente di evoluzione e di esperienza. Si tratta di essere legati come lei stesso afferma a brani del passato che le appartengono ora più che mai, dando così una scossa al passato, scrollando di dosso il peso di dieci anni dalle sue composizioni e continuando con una sua citazione "riconoscerli pienamente miei. Un faccia a faccia tra oggi e ieri".


La rabbia, l'abbandono, il tormento presente nei suoi testi acquisiscono nuovi toni e forme, correlati al suo spiccato e quasi unico modo di meditare vendetta sottoforma di una sottile ironia di donna con la "D" maiuscola. Rivedere quella sirena con quello sguardo scettico e menefreghista, con quei suoi occhi blu di metilene è la conferma dell'eccelso connubio tra presente e passato: la fedeltà all'originale con l'innovazione emergente dai nuovi suoni che arricchiscono l'opera e la completano al meglio. E credetemi risentire le nuove versioni è come aver donato loro una nuova vita. Buono anche il cupo, freddo inedito che in questa rivisitazione si sposa con le vecchie produzioni. Sempre eccellente "L'Ultima Preghiera", il pezzo più bizzarro e affascinante dell'intero album con il suo finale caotico in cui si spera le maldicenze possano trovare finalmente una risposta.


Un bel regalo per conoscere e apprezzare, ancora, la collera presente in questo lavoro.


Da ascoltare e riascoltare. Perché la Consoli o la si ama o la si odia. Non esistono vie di mezzo.

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