Carmen Consoli è la più grande cantante Italiana, la Cantantessa per eccellenza, su questo non v'è alcun dubbio. Questa è ovviamente un'affermazione di elogio verso la grande Carmen, ma nel contempo un sottinteso rimprovero, un'accusa indiretta verso l'attuale stato della Musica e della canzone Italiana: dimmerda, tout court.
Ovvio, io non affermo questo con il sagace fine di sottolineare qualche mezzo disgusto verso la sua Musica, anzi io amo Carmen Consoli e anche se, in un mondo parallelo e fantomatico, il nostro Bel Paese proliferasse Arte da tutti i pori e con la stessa quantità in cui tuttora produce il caciocavallo in quello alimentare, io la riterrei comunque la più grande, non mi servono oggetti di confronto; io voglio piuttosto affermare che la-più-grande-cantante-Italiana al giorno d'oggi è una povera donna dalle fattezze non proprio impeccabili, la cui voce dai più è ritenuta repellente e degna di scherno, la cui immagine non appare mai (e per fortuna!) in alcuna rivista di gossip o in alcuna festa per vips e ricconi a sparlottare placidamente con il giornalista gongolante e solo nei suoi radi concerti per poi fuggire via a causa della sua timidezza cronica senza rilasciare nessun autografo ai fans che l'avevano aspettata lì per ore ed ore.
Una persona che si definirebbe l'esatto opposto di quei cantanti belli e modaioli che occupano sorridenti i palchi attorniati da una miriade di giovani ragazzine piagnucolanti che si ostentano come pazze per farsi toccare (ahò, signorine, i Blue non sono né il Papa né il Messia Liberatore, Okai?). Pare strano ma la Cantantessa, in silenzio, passo per passo, all'ombra dello straordinario successo degli pseudo-cantanti, si è conquistata ciò che si è conquistata, sebbene dopotutto sia un frutto molto più magro se rapportato coi suoi meriti, solo ed unicamente con la sua Arte. E questo è più che ammirevole; è triste però pensare che l'opinione collettiva ovviamente influenzata da quei insulsi e dannosi preconcetti la moltitudine, io intendo la moltitudine inetta e ottusa, guardi più il carattere, la bellezza e - come lo chiamano? - lo style di un artista ignorandone inconsapevolmente lo stesso vocabolo utilizzato, "artista" appunto.
Ma i moralisti, gli pseudo-moralisti, gli anticonformisti e gli pseudo-anticonformisti ci hanno già rotto la testa o qualcosa d'altro con questi discorsi, quindi non voglio affondare interamente nella banalità in cui già sto affogando; in breve, Un Sorso In Più è un live molto interessante e ben eseguito; il testo è il protagonista mentre più di altri il piano e la chitarra accompagnano dolcemente questo viaggio tra pazzia, illusione, amore e rimorso.
Più di altri voglio ricordare i romantici "Quello Che Sento" ed "Amore di Plastica" (Dueparole), l'inquietante "Matilde Odiava i Gatti" (L'Eccezione) e la nostalgica "In Bianco E Nero" (Stato di Necessità).
Vi consiglio, se non la conoscete alla perfezione, vi consiglio vivamente di avere qualcosa di Carmen Consoli.
E' brava, molto brava; e, cazzo, questo conta, e solo questo.
Carico i commenti... con calma