Perché mai dovremmo considerare l’invenzione su di un piano differente rispetto alla (ri-)scoperta?

Più concretamente: se le “Goldberg-Variationen” fossero cresciute sugli alberi invece che esser state messe per iscritto da Giovan-Sebastiano Bach, forse per questo perderebbe valore la luce che da esse promana? O viceversa: se l’opera omnia di Nino d’Angelo fosse un giorno attribuita a Leonardo da Vinci, forse per questo smetterebbe di procurare defecazioni?

Sì, lo so. Queste sono sterili chiacchiere da bar. Sono d’accordo; se non fosse per un dettaglio: il ruolo che l’autorialità — l’invenzione, l’originalità, il genio: tutti termini da far accapponare la pelle— svolge (anche solo lessicalmente) nel cant-autorato.

Ora, è possibile considerare “cantautorato” quello nel quale le canzoni non sono inventate ma riscoperte?

Se la risposta è no, mi dispiace per voi.

Se la risposta è sì, ascoltate Caterina Bueno.

Elenco e tracce

01   Dove Tu Te Ne Vai (00:00)

02   Ballo Delle Fondaccine (00:00)

03   La Mea (00:00)

04   Ninna Nanna Al Mio Ciocione (00:00)

05   Lamento Del Carbonaro (00:00)

06   Dondo Dondo (00:00)

07   Mamma Mamma Mi Sento Un Gran Male (00:00)

08   E Cinquecento Catenelle D'Oro (00:00)

09   Cade L'Uliva (00:00)

10   Maggio Di Roselle (00:00)

11   Lamento Del Contadino (00:00)

12   Battan L'Otto (00:00)

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