A tre anni di distanza dallo spaventoso "Lucid Interval" (il disco dove il gruppo raggiunge il delirio più totale, un delirio causato forse da qualche piantina di troppo) ecco che gli statunitensi Cephalic Carnage (nome ironico che sicuramente prende in giro gli stilemi e i nomi tipici dei gruppi brutal-grind) pubblicano il nuovo "Anomalies".

Acclamato da critica e pubblico, "Anomalies" è probabilmente il disco col quale i Cephalic Carnage riescono a rendersi più noti al pubblico della musica estrema, e li piazza tra i nomi più importanti della scena odierna death-grind. Come struttura il disco si differenzia molto dai precedenti lavori della band: se infatti "Exploiting Dysfunction" o il già citato "Lucid Interval" puntavano su sonorità più distorte e allucinanti, e soprattutto alternavano pezzi da 5-6 minuti a semplici bordate grind di 40-50 secondi, questo "Anomalies" è probabilmente il loro album più conciso e violento, dove le chitarre sono sicuramente più incise e forse ci sono meno cambi di tempo improvvisi, senza però tradire l'identità e lo stile inconfondibile del gruppo.

Le canzoni in media sono abbastanza brevi, tutte sui 2-3 minuti di durata a parte alcune eccezioni come "Piecemaker" (5:35 min), un riuscitissimo esperimento dove i nostri si cimentano in territori stoner/doom che rimandano a grandi gruppi come i Cathedral e "Dying Will Be The Death Of Me" (4:41 min), brano che rimanda alla new wave of brtish heavy metal anni 80 con tanto di assolo iron maideniano e cantato pulito nel ritornello. La conclusiva "Ontogony Of Behavior" è un brano di quasi 10 minuti che parte tranquillo per poi aumentare sempre più d'intensità fino a sfociare (circa a metà brano) in un turbinio di blastbeats e growl per poi terminare con un efficacissimo effetto di distorsione del suono. Per il resto brani come l'opener "Scientific Remote Viewing", "The Will Or The Way", "Sleeprace" e "Kill For Weed" (parla di un uomo che racconta al cantante di come ha ucciso per droga) riportano il marchio di fabbrica dei Cephalic Carnage, una macchina (o sarebbe meglio dire "piantina") da guerra che riesce sempre a produrre quell'effetto di dipendenza che induce l'ascoltatore a ripremere il tasto play una volta terminato l'ascolto.

Grazie alla sua struttura sicuramente più semplificata rispetto al passato, Anomalies è un disco che scorre via senza intoppi, non c'è un calo di tensione, il coinvolgimento è sempre elevato per i 45 minuti di durata complessivi e l'atmosfera cupa e delirante dell'album si amalgama perfettamente con la musica prodotta. Tirando le somme, "Anomalies" è l'ennesimo bersaglio centrato dai Cephalic Carnage, un ottimo album di death/grind che si colloca tra le migliori uscite del 2005. Probabilmente i fans del gruppo proveranno un po' di nostalgia per i dischi passati, meno accessibili ma sicuramente più "folli" e imprevedibili, ma sicuramente questo nuovo LP farà conquistare al gruppo nuove orde di fans.

Da provare.

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