Cesare Cremonini è uno dei più interessanti casi della canzone italiana. Sa cantare, interpretare, suonare e scrivere. "La ragazza del futuro", settima prova in studio (ottava, se si conta "Squerez" coi Lunapop), conferma il suo talento. Dieci canzoni più quattro strumentali, a dimostrazione di una vena compositiva pianistica, costituiscono un disco raffinato, godibile e che non cade mai nel banale o nel trash, come d'altronde la quasi totalità della carriera del suo Autore. Le tracce migliori risultano la title-track e "Colibrì", uscite non a caso come singoli, ma il disco contiene altre perle preziose come "Moonwalk" (in cui il passo portato al successo da Michael Jackson è solo un pretesto per parlare di una ragazza, del futuro magari) e "Stand up comedy (il miglior testo secondo chi scrive, con un ritorno della tematica de "Il pagliaccio"). Sono belle, ma con qualcosa in meno delle succitate, "La fine del mondo" e "Chimica" (dove si parla dell'amore come attrazione chimica), mentre tre episodi risultano non male, ovvero "La camicia", "Jeky" e "Psyco", soprattutto quest'ultima. Ma. è con la conclusiva "Chiamala felicità" che l'album raggiunge il suo climax e la sua sintesi. Si affronta il tema della morte "come una mosca nel caffè". L'album è quindi un lancio nel futuro, oltre il futuro, oltre quel 2020 che Cesare ha celebrato con una super raccolta ghiotta di inediti e rarità! Bentornato Cesare, il migliore a mani basse nella mediocrità di Sanremo. Voto 3,5/5 stelle.

Carico i commenti... con calma