Oggi alle 16.08 esatte degli strani rumori hanno cominciato a riempire l'aria appiccicosa del pomeriggio, dei bbbbzzzzzz elettronici da far drizzare le orecchie.
Poi migliaia di jamaicani, haitiani e cubani sono usciti dalle casse dello stereo e si sono riversati nel cortile. Tutti lì all'improvviso sotto il cielo lattiginoso e un caldo da soffocare per ballare, bere, ballare, mangiare, ballare.

Usciamo anche noi (una milanese e un bolognese) in cortile ad ascoltare, quando tra la folla ci pare di vedere un tizio che cammina molto lentamente, è buffo, sembra avanzare al rallentatore in contrasto con la vivacità di movimento di tutti gli altri. Gironzola attento con il suo piccolo registratore e cattura tutti i suoni possibili creati dalla massa di gente che festeggia allegra. Ogni tanto lo perdiamo di vista e intanto i rumori aumentano di varietà e intensità.

Il bolognese mi dice che sono delle serie di droni, creati da sintetizzatori e filtri per la modulazione dei suoni, intrecciati a creare un "disturbo" sonoro che copre la musica e le voci delle persone; in realtà senza rendercene conto proprio il rumore ci porta a distinguere le voci, le melodie, le risate, gli elicotteri.
E intanto il volume aumenta in un crescendo impercettibile ma costante, fino ad arrivare subdolamente ad un livello tale che per un'ora ci isola da tutti i suoni reali quotidiani (comprese 3 telefonate perse).
Poi finisce, all'improvviso se ne vanno tutti e il silenzio ci trova storditi e ubriachi con i timpani ronzanti a urlarci quanto ci è piaciuta la festa.

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