Uno è il più grande bassista jazz sulla faccia delle terra. L'altro è l'asso brasiliano che accarezza la chitarra o i tasti del pianoforte come Pelé accarezzava il pallone. Un giorno a Montreal, nel 1989, i due si incontrano in un live. E quel vecchio volpone di Manfred Eicher dopo un bel po' d'anni, nel 2001, decide di tirare fuori dal cilindro della sua ECM - chissà poi perché - questo disco. Cosa poteva uscirne se non magia allo stato puro?

Dimenticate i ritmi latini che tutti conoscono. Questa è un'altra storia. Non è né jazz, né musica latina, questa. Ed è anche ben oltre la musica radical-chic col bollino ECM. E' solo musica e basta, che ora trascina, ora commuove, ora fa pensare. Si parte con Gismonti alla chitarra. E basta un tocco per capire che Egberto ci sa fare sia con le sei che con le dodici corde (eh sì, suona anche quella...). "Salvador" è un pieno tuffo in Amazzonia e si capisce subito che lì si respira aria pulita.

Egberto passa dalla chitarra al pianoforte come passare dalla crema al cioccolato. Haden scava l'aria sugli accordi del piano con la voce cavernosa del suo basso. Ed è così che preludia "Palhaço", un brano commovente, intenso, all'altezza di "Heartland" di Keith Jarrett. Passa una traccia e ci troviamo su un altro pianeta, anche se, secondo Egberto, rimaniamo "Em Família". Ma chi è questo extraterrestre alla chitarra? Virtuosismi incredibili. E fare virtuosismo per emozionare e non semplicemente per stupire è da levarsi il cappello. Il pubblico esplode. Noi ci inchiniamo.

Ah... si chiude con "Don Quixote". Ma Egberto e Charlie ci fanno capire che fare musica di qualità, per loro due, non è lottare contro i mulini a vento.

Elenco e tracce

01   Salvador (08:57)

02   Maracatú (08:01)

03   First Song (06:28)

04   Palhaço (09:19)

05   Silence (09:49)

06   Em Familia (10:03)

07   Lôro (07:32)

08   Frevo (06:43)

09   Don Quixote (12:09)

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