Nella storia della musica pop non sempre, grazie al Cielo, le buone lezioni, da chiunque provengano (gruppi, autori o musicisti famosi o meno, di grande valore o meno) vengono dimenticate.
E c'è sempre qualcuno che, rovistando nel vecchio baule della nonna, fra i dischi della vecchia zia, ripesca vecchie idee e suoni, per dare loro un'altra occasione in questo inflazionato mondo, o "navata di abbondanza" che dir si voglia, della intenet-tv music.

E' gia successo negli ultimi tempi con Richard Hawley (versus Scott Walker), per non parlare anni fà di Tom Waits (versus Captain Beefheart), di Belle & Sebastian (versus Nick Drake ed altro).... e di Gigi D'Alessio (versus Claudio Baglioni, ma nell'ultimo caso forse Claudio avrebbe fatto bene a chiudere in una cassaforte le sue "idee" prima di dare in affitto al grande neo-melodico la sua casa di campagna....).

Una leggenda, invero per pochi intimi, vuole che quando i Family (da non confondere con il "gruppo" di Charles "Satana" Manson), più o meno a metà degli anni settanta, finirono la loro missione sulla terra, il Dio delle Ballate si ritirò sui monti dell'Arcadia giurando che mai, e poi mai, sarebbe tornato a farsi sentire da orecchie umane fino alla fine dei tempi.

I Family erano un gruppo "semplicemente" progressive.

La voce di Roger Chapman era una voce caprina strozzata e commovente al tempo stesso che, oltre che su suggestive e ancorchè fantasiose, ma mai fine a se stesse, suites progressive, sapeva posarsi su delicate ballate folk dal sapore bucolico ("Procession" da Entertainement, "My Friend The Sun" da Fearless).
I loro cori, nelle ballate più tirate, avevano il suono armonioso di un unico vento rigenerante fra le foglie di un albero picchiato dal sole nella calura estiva ("Coronation" e "Glove" da Bandstand) .

OK, direte voi, ma che centrano i Family con i Cherry Ghost?

Ecco il punto.

Se da qualche parte leggerete, come è successo a me, dei (o meglio di) Cherry Ghost come dei nuovi Coldplay, e per questo vi verrà l'istinto di scappare inorriditi (ma chiaramente dipende dai gusti), non ci credete, sentite a me.

Cherry Ghost, è vero, compone sopratutto ballate

Ma le ballate di Cherry Ghost sono "vecchie" ballate come quelle dei Family, appese a sogni di gioventù, piene di spontanea energia e vera commozione per chi le ascolta.

Cantate da una voce energica, espressiva (in certe parti di "Mountain Bird" sembra davvero indistinguibile da quella di Roger Chapman) e delicata al tempo stesso.

Ci sono cori alla "quattro venti in gola" alla Family in "People Help the People" (che sta godendo di un certo seguito nelle radio).

Cè un walzer alla Sparklehorse nella iper-malinconica "Mary on The Mend", c'è Tom Waits in "Dead Man Suite" (si, proprio lui, e sembra proprio suo il verso vagabondo "Tutti ubriachi i lampioni sull'isolato").

C'è Vic Chestnutt, del resto già nume tutelare di Mark Linkous, in "Roses".

C'e persino un divertissement alla Elton John in "Alfred the Great" (davvero, non scherzo)

E ci sono anche ed ancora i Family ultima maniera di "It's Only a Movie", da pochi in verità apprezzati, in "Here Come The Romance".

E c'è anche qualcosa di trascurabile.

Non ci sono, purtroppo per gli estimatori, o per fortuna per i denigratori, i Coldplay.

In questo caso, Chris Martin ha tenuto ben chiuso il baule con le "sue fonti"...

Buon ascolto ai volenterosi ed ai curiosi.

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