Less is More.
Chet Baker non suona la tromba, la sussurra.
Ogni sua singola nota è un respiro dal passo incerto, sospeso tra perdita e desiderio. Una dolce zona franca, a dirla tutta dal retrogusto amaro.
Un po' come quel Whisky invecchiato in quelle vecchie botti che in precedenza contenevano essenze di rum e di Sherry e possono regalare al liquore quelle note dolci e fruttate.
Voci arcane nella notte, giorni spenti che trovano pace nell'umido ombreggio di un lenzuolo liso ed attorcigliato.
La tromba di Baker cos'è, se non quel suono tenue, nel fiato cieco della tromba, dolce lamento, lieve bisogno, che l’aria sfiora.
Almost Blue, pubblicato nel 1987 è più di una reinterpretazione del brano di Elvis Costello, è un viaggio sonoro attraverso le ombre di un’anima tormentata, una polaroid di solitudine che si dissolve nel soffio di un’armonia fragile.
Negli ultimi anni della sua vita, tra il 1987 e il 1988, Chet Baker continuò a esibirsi in Europa, dove trovò un pubblico più accogliente rispetto agli Stati Uniti. Il suo stile, ormai intriso di malinconia e fragilità, si rifletteva nelle sue interpretazioni sempre più intime e struggenti. In questo periodo, Baker collaborò con diversi musicisti europei, tra cui il pianista italiano Enrico Pieranunzi, con il quale registrò alcuni album memorabili.
Nel 1988, la sua carriera e la sua vita furono tragicamente interrotte. Il 13 maggio di quell’anno, Baker fu trovato morto ad Amsterdam, dopo essere caduto dalla finestra di un hotel. Le circostanze della sua morte rimangono avvolte nel mistero: alcuni ipotizzano un incidente, altri parlano di suicidio o di un evento legato alla sua lunga dipendenza dalle droghe.
La tromba di Baker non cerca la perfezione, ma punta ad entrarti nel cuore. Il suo è un fraseggio essenziale, intimo, non ricerca proseliti e pare quasi sfuggire da tutto ciò che evoca movimento.
Il timbro è quasi spezzato, come se ogni nota fosse un ricordo che si frantuma nell’aria.
Lei arriva senza fretta, senza aver davvero scelto quel posto, ma solo perché la notte l’ha portata lì. Il cappotto ancora umido per la pioggia, i capelli sciolti sulle spalle, lo sguardo di chi non appartiene a nessun luogo. Il suo ingresso è silenzioso, come se il mondo avesse fatto spazio al suo arrivo senza bisogno di gesti. Si ferma un istante, osserva il locale con occhi che sembrano cercare qualcosa, e poi si avvicina al bancone, le mani che sfiorano quel legno così vissuto.
Se Almost Blue fosse un romanzo, sarebbe un noir metropolitano, una storia di destini intrecciati tra le strade di una città immersa nella pioggia. Sarebbe la colonna sonora di un detective solitario, di un amante che osserva la notte dalla finestra di un hotel dimenticato. La musica di Baker diventa narrazione, prende aria e si diffonde silenziosa nella notte.
Lui la guarda, senza aspettarsi nulla. C’è un breve istante in cui i loro occhi si incrociano,in quell'istante la tromba prende quella decisione, di non smettere di suonare, sospendendo il tempo.
Lei ordina un whisky, senza ghiaccio, la sua voce è bassa, quasi un soffio. Lui riconosce in quella scelta qualcosa di familiare, qualcosa che lo incuriosisce. Lei si siede accanto, non troppo vicina, abbastanza perché lui ne percepisca la presenza. Non si parlano subito, lasciando che la musica li avvolga, che la notte costruisca per loro un rifugio.
L’arrangiamento minimale lascia spazio al silenzio, che diventa parte integrante della composizione. Ogni pausa è un battito d’attesa, un momento in cui il tempo sembra fermarsi. La scelta di tempi dilatati e di una dinamica soffusa, apre un varco nella musica, trasformando il brano in un’esperienza cinematografica, un fotogramma sonoro di quel mondo che sa di esistere solo tra quelle note.
Il suono della tromba sembra più intenso ora, come se consapevolmente, avvertisse che sta accompagnando un momento fragile, costruito veramente su equilibri sottilissimi. Ora gli sguardi cercano un equilibrio, un piano di appoggio, come un acrobata silenzioso sospeso nell'aria.
Fuori si fa sempre più forte il rumore della pioggia.
Parlano piano.
La fretta, rallentata nell'indifferenza altera delle note.
Le parole scorrono senza ritmo e senza tempi.
Lui le racconta di come è arrivato lì, lei di come non sa mai dove finirà.
Entrambi alla fine sono persi in quella mancanza di direzione.
Almost Blue non è solo un brano, ma un racconto in musica.
Baker lo trasforma in un lamento jazzistico, un’istantanea sonora di un’anima che si perde tra le sfumature del blu. È il suono di una notte senza fine, di un amore che svanisce nel ricordo, di una città che respira attraverso le note di una tromba solitaria.
Quel Cielo, quasi Blu, può continuare il suo pianto.
Ma senza fretta.
Elenco tracce e samples
Carico i commenti... con calma