L'oscurità ruba i colori alle strade e intaglia ombre nel buio, delineate a tratti dai bagliori intermittenti delle luci al neon. Quelle del Prins Hendrik Hotel di Amsterdam rivelano un corpo esanime riverso sul marciapiede sottostante.

Dai confini della notte oltre i confini della vita.

La notte del 13 maggio 1988 è una di quelle miti, di quelle che hanno abbandonato la fredda coltre del generale inverno per attendere frizzanti l'arrivo della primavera. La notte giusta per innamorarsi, per legare labbra ad altre, la notte che ha separato per sempre quelle di Chet dal bocchino della sua tromba.

Un uomo col viso incollato all'asfalto, gli occhi che fissano il vuoto. E poi il vuoto.
Nell'etere soffia un lieve alito di note che si rincorrono ancora sospese nel limbo tra il cielo e la terra, sospinte e proiettate verso l'infinito dai pistoni rimasti orfani delle illuminate dita.

Leggende, teorie confuse, ricostruzioni approssimative e poco plausibili. Tutto si è detto di quel tragico volo dal terzo piano del fatiscente albergo. A me piace pensare che Backer fosse seduto sul davanzale con la sua tromba, come faceva spesso, disegnando fantastiche traiettorie nel cielo notturno.

Chet amava e sfidava continuamente la sua vita. Palchi, viaggi, amici, alberghi (quasi sempre di secondo ordine) e i suoi immancabili demoni, infaticabili roadie che lo seguivano in ogni dove camminando fianco a fianco sulla sottile passerella in bilico tra la vita e la morte.

Chet, la sua tromba, l'alcol e l'eroina.
Chet , l'alcol e l'eroina.
Chet e l'eroina.
L'eroina.

"Vorrei ridere ma niente mi sembra divertente, ora il mio mondo è un pastello sbiadito".

Le gelide liriche si posano sull'ottone luccicante, danzano lentamente, strette in un abbraccio mortale con i fonemi del magico strumento, prima di far posto ad altre rassegnate parole.

Chet soffia nella tromba per esorcizzare le sue angosce. Il buio è dietro l'angolo ad un paio di metri o forse meno, ma qui su questo sgabello, mentre le guance si gonfiano e si svuotano
sincronisticamente con la magia del suono, le paure sono molto lontane.

"So close she stood to me, everything seems so wrong now,
she would have brought me the sun"
.

"She Was Too Good To Me" è uno degli episodi più significativi della tumultuosa vita di Backer.
La rassegnazione e la speranza sono due facce della stessa medaglia. Anzi la stessa faccia. Il binomio imperfetto che accompagna Becker per tutta la sua esistenza. La prima lo uccide e la seconda lo riporta in vita.

Rassegnazione e speranza.

La rassegnazione... "What'll I do when you are far away and I am blue?" (What'll I Do)
e la speranza... "Life can't be that way, to wake me then break me" (My Future Just Passed),
su e giù dai tre pistoncini, dritti verso la campana e proiettate nel vuoto.

Quel vuoto misurato in una manciata di secondi una notte di maggio.
Un vuoto infinito. Un vuoto incolmabile.

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