Da giovinotto avevo questo disco in LP (o registrato su cassetta?) ed appena uscita l’edizione su CD, anni fa, l’ho acquistato per motivi sia sentimentali che musicali di specifico valore. Inciso nel ’67 ed uscito l’anno successivo, come primo disco in trio (dopo 'Tones For Joan’s Bones', di cui sarà pur bene parlare!) il disco mostra tutta la competenza, la voglia di ‘dire belle cose’ ed aggredire il mondo musicale da protagonista da parte di un giovane ma già ben inserito Chick (Gerardo Armando Corea da genitori Calabresi), all’epoca sotto l’ala di Herbie Mann, rubato da Stan Getz, dopo esser passato per la scuola di Blue Mitchell ed aver capitalizzato su Horace Silver. Amen.

Forte l’influenza afro-caraibica che comunque in questo disco in solo trio viene stemperata notevolmente, riuscendo ad offrire finalmente per la prima volta, sembrerà banale dirlo ora dopo quasi quarant’anni, il… pianismo di Chick Corea! Roy Haynes alla batteria e Miroslav Vitous (esecutore di classica, dal conservatorio di Praga) al contrabbasso contribuiscono a tirare l’esecuzione delle tracks verso una dimensione più eterea, rispetto al panorama circostante dei tardi sessanta, ma pur piena di swing e solidità. Il tocco di Vitous sul contrabbasso è riconoscibilissimo a venti metri e dalle prime note. Si percepisce nell’aria un livello di concentrazione ed attenzione grazie a cui non è dato trovare cadute di tensione in una incisione che mantiene intatte negli anni freschezza ed originalità.

Nella riedizione su CD troviamo ben otto bonus tracks*: questo dovrebbe già bastare a far interrompere la lettura e cliccare da qualche parte per ordinarlo! Tredici brani in tutto, tutti di Chick meno 2 (Melin/Wood) e 9 (Monk). Temi gentili o veloci, tanto per chiarire dove sta di casa la tecnica pura agli strumenti, con equilibrio di toni e dinamiche prodigiosi si alternano a brani in medio swing. L’apporto di Haynes è impeccabile, discreto, energico e pieno di fantasia. Vitous, che di li a poco avrebbe dato il via ad una delle creature più belle della storia della musica contemporanea, Weather Report, nell’esecuzione dei pezzi costituisce con maestria un blocco di note, per lo più medioalte, da contrappunto armonico granitico ed incessante, quale solido supporto al flusso di note centrale di Chick, qui invero originalissimo, fresco, aggressivo e funzionale quanto moderno ed insolito rispetto al jazz di quegli anni, essenzialmente be-bop classico. Già bell'e pronto per un balzo in avanti sostanzialmente elettrico e dirompente: Davis è infatti lì, paziente da qualche parte nei clubs che lo ascolta per acchiapparlo ‘a volo’.  Anche questo, di per se, costituisce altro motivo di interesse notevole per l'acquisto. ‘My One And Only Love’, famoso standard, è qui reso in maniera mirabile. Medio tempo e personalità. Swing ed eleganza al timone. ‘Pannonica’ va solo gustato (bicchierino di Maraschino, stavolta?) pian piano, per sorridere sotto i baffi e trovare una personalissima trasposizione dello stile inequivocabile e già maturo di Corea nel pezzo di Monk, composizione inscindibile dal pianismo personale ed irripetuto del monaco stesso.

Imperdibile; soprattutto ora che ha ben tredici brani. Mandatorio. Absolutely.

  1) Matrix 
  2) My one and only love*
  3) Now he beats the drums now he stops
  4) Bossa *
  5) Now he sings now he sobs
  6) Steps-what was
  7) Fragments*   
  8) Windows*
  9) Pannonica*
10) Samba Yantra*
11) I don’t know*
12) The law of falling and catching up
13 Gemini*

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