Armando Anthony "Chick" Corea è una leggenda vivente. Pianista jazz del Massachusetts dal talento innato, è protagonista di una brillante carriera nella quale ha suonato con mostri sacri come Miles Davis, Roy Haynes, Miroslav Vitous, Dave Holland, Al Di Meola, Herbie Hancock, Jo Patitucci, il compianto Mick Brecker, Gary Burton e Pat Metheny (solo per citarne qualcuno).

Ha saputo spaziare in vari generi: dal jazz al blues, dalla fusion al rock, procedendo nella sua incredibile carriera pluripremiata (ha vinto un ulteriore Grammy nel 2007) all'uso di sintetizzatori e introducendo sound elettronici fin dagli anni '70. E' stato promotore, sempre in quel periodo, di un forte rinnovamento elettronico del jazz (di cui non disconosce il purismo) e della fusion elettronica.

Questo giovanotto, con un po' di sangue calabro nel nome e nelle vene, che ha ormai superato i sessant'anni, dei quali cinquanta di carriera, potrebbe raccogliere una quantità di materiale imbarazzante per un suo possibile best. Nel 1993 tuttavia, la Blue Note, in accordo col valentuomo pianista, ripropone un paio di classici, a dire il vero piuttosto datati, in versione "jazz-orchestrale" con sezione di fiati ricchissima. Gli altri pezzi sono eseguiti in trio. Il risultato ha un tenore favoloso e profuma di memorabilia del genere. Purtroppo il cd non è poi così aderente al percorso ed all'evoluzione storico-musicale dell'artista, anche se rimane, con i suoi 11 pezzi dal filo logico credibile, un lavoro pastoso, retrò e raffinatissimo.

Apre un pezzo del 1966, "Straight Up and Down", pieno di energetico swing, con un rullare indiavolato e splendidi fraseggi di fiati: tromba, trombone, sax alto, sax tenore, piano, basso e batteria, per una ricchezza ed un'orchestrazione magniloquente. Un pezzo storico scritto da Chick che va ad evidenziare il suo immenso talento e la sua sorprendente competenza strutturale. Il pezzo è nella storia, anzi, è un classico che fa la storia del jazz moderno.
Il cd prosegue con l'affascinante "Tones For Joan's Bones" del 1968, impostata su tonalità classiche, in splendida versione completa di arpeggi. Il brano risale agli esordi del pianista ed è un po' simbolo di un jazz d'avanguardia. Nel pezzo originale suonava il basso il magico Steve Swallow, anch'egli protagonista di una carriera immensa e piena di collaborazioni incredibili.
"Matrix", eseguita in trio, è del 1968, ed è interpretata al basso dallo storico compagno d'esordi Miroslav Vitous, con Roy Haynes alla batteria. Pezzo scattante e freschissimo, nonostante l'età, dove Chick dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, di saper far infiammare le corde del suo strumento.
"My One And Only Love" di Melin/Wood è una ballad dolcissima e raffinata, ancora in trio.
"Windows" è un altro pezzo "antico" e stilisticamente formidabile di Corea, riproposto in diverse versioni nel corso degli anni da più artisti.
"Samba Yantra" è pura memorabilia del sound primissimi anni 70. Free jazz acido e vibrante. Stilisticamente perfetta e dalla forte carica adrenalinica.
Di Thelonius Monk, maestro di improvvisazione al piano, per questo chiamato "il santone pazzo del jazz", l'eccellente ed introspettiva "Pannonica", il solo il nome è storia.
Toccante e profondissima "Now he Sings, Now he Sobs", scritta da un giovane Corea, è un mosaico di intrecci melodici ed improvvisazione. Bravura e innovazione permettono di distinguere il personalissimo stile di Chick.
Con Dave Holland ad eseguire al basso e Barry Altshul alla batteria segue la scanzonata "Toy Room", un racconto in musica jazz, con cambi ritmici e fraseggi "ludici".
Non può mancare la vibrante "Blues Contamination" del maestro free-jazz Ornett Coleman. Seguire il brano per tutti i 7 minuti con la massima attenzione non è facilissimo. I passaggi sono frenetici e ricercatissimi, tipico dello stile del sassofonista texano, che sa far impazzire con le sue contorsioni creative e spiazzanti.
Chiude questo ricchissimo cd il brano di un grande come Wayne Shorter, altro maestoso sassofonista (ex Weather Report) protagonista di sconvolgenti jam-session con Miles Davis. Lo stile del pezzo "Nefertiti" si sviluppa su scale pentatoniche e solo di basso nella parte centrale. Free jazz purissimo. E duro.

Seconda parte di questo best molto distante dalla parte centrale della carriera del pianista Corea. In effetti il periodo di fusion elettronica dell'artista fa un po' storia a sé, e la linea tracciata da questa raccolta ha una finalità temporale racchiusa e ben determinata. Riportare a nuova vita questi vecchi classici è stato un vero regalo per i fans (e non solo) di Chick Corea, al quale nella sua lunga carriera va riconosciuta una certa discontinuità. In ogni caso, onore al monaco (cito Symbad).


  • Sharkste
    26 feb 07
    Recensione: Opera:
    Sebbene non sopporti greatest Hits / Best of e affini non posso non considerare il contenuto dell'album, che per me è straordinario. Si vede che la musica l'hai davvero sentita, proprio una bella recensione.
  • The Punisher
    26 feb 07
    Recensione: Opera:
    Dare un voto a un "thebestof" equivale a dare un voto all'autore e NON al disco. Non vale...

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