Chris Daughtry è un talentuoso cantante e chitarrista statunitense che ha partecipato al famoso talent show americano American Idol dove, aspiranti cantanti, dopo dure selezioni, gareggiano e vengono votati dal pubblico. Insomma uno show simile ai programmi italiani tipo Amici o X-Factor con la differenza che in questi ultimi ti ritrovi pseudo artisti privi di personalità, tutti uguali, bellocci, con il solito taglio di capelli e la facciona da schiaffi e con una voce standard che è un misto tra Ramazzotti e Baglioni, pronti a cantare noiose canzonette neomelodiche. Da American Idol invece escono artisti, anche diversi tra loro per genere proposto, del calibro di Kelly Clarkson o Carrie Underwoode e nessuno ha paura di prendere in mano una chitarra e fare del buon sano e vecchio rock. È ciò che ha fatto Chris Daughtry che, dopo aver mostrato a tutti le sue qualità ben figurando nel programma, riesce a mettere su una band tutta sua chiamandola semplicemente "Daughtry". Nel 2006 esce l'album omonimo del gruppo che ha subito un successo incredibile vendendo milioni di copie.
Rock allo stato puro, brani intensi in cui si alternano chitarre acustiche e robusti e graffianti riff, melodie accattivanti, atmosfere a tratti cupe a volte romantiche e dolci, il tutto condito dalla carismatica voce di Chris: tutto questo in sintesi è il primo lavoro dei Daughtry.
Il pezzo iniziale, anche primo singolo estratto, è la stupenda "It's Not Over" brano tirato e a tratti malinconico. Si passa poi alla più immediata e melodica "Used To". La vera perla è però la successiva "Home", una ballata emozionante e romantica. È incredibile come la semplicità strutturale di questo brano riesca a catturare e ad emozionare l'ascoltatore. Si passa poi alla splendida "Over You", classico brano rock da radio che si incentra su una melodia accattivante e coinvolgente; il ritornello è di quelli che non smetteresti mai di ascoltare, ti entra in testa e non lo dimentichi più. Le cose cambiano con la successiva "Crashed": chitarre pesanti e lente, atmosfera rabbiosa e depressa in un pezzo che sa tanto di Nickelback e dove Chris mostra tutte le sue qualità nelle note alte; acuto finale da brividi. "Feels Like Tonight" è un'altra rilassante ballata pop rock mentre la seguente "What I Want" ci catapulta in una atmosfera elettrizzante; il pezzo vede la collaborazione del grandissimo Slash che ci propone ovviamente un assolo di pregevole fattura nella seconda parte del brano; potenza vocale assurda di Chris e chitarre funamboliche: spettacolo.
"Breakdown" è il pezzo che non ti aspetti, lento e melodico all'inizio per preparare l'ascoltatore ad una seconda parte tosta e grezza. Bellissima poi la seguente "Gone", strofe lente caratterizzate da chitarre acustiche avvolgenti a cui fa da contrasto un ritornello martellante e potente. Uno stupendo giro di basso apre "There And Back Again", il brano più tirato e incandescente del disco, caratterizzato da robusti riff, da una roboante batteria e soprattutto da una performance strepitosa di Chris che si esalta negli acuti. "All These Lives" ci riporta ad un apparente e momentaneo sound classico e tranquillo che è solo il preludio ad un incontenibile ed esplosivo ritornello heavy-grunge. La chiusura è invece affidata alla dolcissima, melodica ed emozionante "What About Now".
Un ottimo debutto per i Daughtry, un lavoro intenso che non cade mai di tono, tutti i pezzi potrebbero essere dei potenziali singoli. Abbastanza buoni anche i testi, non originalissimi ma ricchi di patos, in cui il tema dominante è l'amore e i sentimenti in generale. Un album post grunge non innovativo in cui si passa da momenti di melodico pop acustico, ad atmosfere alternative rock e hard rock. A sorprendere è l'affascinante timbro vocale di Chris Daughtry: voce calda, sontuosa, potente, accattivante. Il singer è dotato di grande tecnica ma soprattutto di straordinaria espressività.
Incredibile come in Italia si ignori il vero talento di chi ha fatto la cosiddetta gavetta ed è riuscito alle soglie dei trent'anni a pubblicare meritatamente il suo lavoro d'esordio, continuando invece a dare spazio e ad esaltare ragazzini mediocri come i Tokio Hotel.
Sarò un idealista ma, almeno quando si tratta di musica, credo ancora nel talento e non nelle mode.
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