Capita, di tanto in tanto, lungo i sentieri dell'etere, di trovare un album egregio: perché si distingue dal gregge, dal mare magnum, perché a modo suo è speciale, ti entra dentro e non ti lascia più.

The Dying Truth dei Cianide (un nome, un programma) non è un album qualunque, da sottofondo: è death metal bestiale, crudele, musica estrema che non cerca compromessi. Già l'opener Mindscrape, forse la meno ispirata del lavoro, mette le cose in chiaro: siamo accolti da un growl riarso su una trama di chitarra lentissima, soffocante, a forti tinte doom, e qui provoco: che sia questo il "vero" death metal?

Scarse le occasioni di headbanging; The Dying Truth pugnala, deprime, ogni volta che ti riprendi arriva un fottuto colpo di snare che ti ricaccia al tappeto. Due canzoni si stagliano su tutte: Scourging at the Pillar, con un intermezzo denso di bile cuastica prima della sfuriata finale, e Funeral, una canzone stronza, cattiva, piena di riff che essudano vetriolo. Un album che ti mangia l'anima, non c'è luce in fondo al tunnel, ma è il tunnel a continuare interminabile, angusto e buio...

Forse è più noto il successivo A Descent Into Hell, ma l'album egregio è questo...

Alla prossima.

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