La mia prima recensione, ovvero dilettante allo sbaraglio: quindi non odiatemi per l'incompetenza musicale che potrei mostrare.

L'etichetta è la Robotic Empire, foriera di novità nel campo delle novità ovvero emocore, ma usando questo termine solo per pura convenzione. I CTTS infatti non si limitano a scopiazzare questo già abbastanza depredato genere musicale (My Chemical Romance, tanto per fare qualche nome), ma lo rielaborano in maniera semplicemente eccellente.
Anche qua è presente lo schema a due voci, una femminile ed una maschile che si intrecciano in maniera inestricabile, con una fusione pressoché perfetta delle parti scream con quelle emo, in cui ognuna necessita dell'altra, al fine di conferirle un'energia ed una rilevanza ottimale, il tutto miscelato in maniera rapidissima senza soluzione di continuità, in modo quasi caotico.

Rispetto ai Poison The Well (specie gli ultimi), che sono senza dubbio i loro principali riferimenti, le parti più tirate lo sono realmente, velocissime, alternate a melodie eccezionali, profondissime, ricche di arpeggi che blandiscono il precedentemente tramortito orecchio dell'ascoltatore, mostrandosi come autentici diamanti in un mare di magma musicale ribollente, per poi colpirlo a tradimento con altre scudisciate sonore. La voce screamo non è potente, ma rauca, maligna, conferente a queste parti un pathos davvero lugubre, mentre le sezioni lente sono comunque sofferte, ma di gusto raffinatissimo, niente di paragonabile a quelle della maggior parte dei gruppi emocore, in cui un bubblegum simil-punk viene spacciato per emo: come se un frammento degli A Perfect Circle di Mer De Noms si fosse annidato nell' anima di un gruppo metalcore.

Da segnalare Interview At The Ruins, in cui ad un'inizio lento, dall'incedere maestoso, fa seguito una esplosione di rabbia, che scivola via nel finale della canzone e nella successiva Non Objective Portrait of Karma, il cui inizio ispira una sensazione di complicità e riappacificazione con il mondo intero, ed un occhio di riguardo ai testi, in cui le tematiche adolescenzial-sessuali sono bandite.

Non vi rimane che provare: in fondo nel suo rapido alternarsi di parti sofferte a parti degne dell'Arcadia, As The Roots Undo non è nient'altro che la rappresentazione, in musica, della vita di ognuno di noi...

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