“La piazza come luogo indispensabile per vivere” : così presenta Claudio Lolli il suo vecchio e importante lavoro riarrangiato con l’originale gruppo del “Parto delle nuvole pesanti”. Il disco è uno di quelli necessari, per i temi trattati, perché si può ancora attualizzare, perché è ancora capace di raccontare storie di libertà, senza macchiare il tutto con una falsa retorica. Ma è un disco bello anche per gli arrangiamenti del “Parto” che sono forti, incisivi, tesi a sottolineare il vigore della voce di Claudio Lolli che scalfisce gli animi con un recitativo imponente.
“Ho visto anche degli zingari felici” rappresenta uno dei momenti più importanti della musica cantautoriale italiana e si rischiava di corromperlo rivalutandolo ancora una volta con l’innesto del “Parto delle nuvole pesanti”. Invece non è andata così. Il disco funziona benissimo, non si rimpiange affatto l’originale del 1976, e Claudio Lolli sembra rivivere in questa nuova veste, mira diritto alla nuova generazione e sembra raggiungere il bersaglio. Ma soprattutto sembra che “Anna di Francia”, “Agosto” e “Albana per Togliatti” rivivano di una luce propria nuova, altrettanto drammatica, dove Claudio Lolli & Il Parto delle Nuvole Pesanti liberano i loro animi per cantare, narrare di un mondo che non è cambiato.
Nel 1976 c’erano le stragi di stato, il terrorismo di destra e di sinistra, la Democrazia Cristiana. Oggi nel nuovo secolo, la situazione non è cambiata affatto ma tutto ha assunto un alone diverso, mondiale. Il terrorismo c’è ancora ma questa volta ha assunto una veste globale, riguarda sia l’occidente che l’oriente, e sono le piazze di tutto il mondo ad essere in pericolo. In Italia non c’è più la Democrazia Cristiana ma è salita al potere la “Casa delle Libertà” che è una sorta di continuum, un misto tra la DC e la parte più sporca del PSI. Insomma gli anni passano ma la storia si ripete e gli errori non si correggono affatto (o si correggono di poco). Claudio Lolli è un cantautore di impegno civile, come Giovanna Marini, come Ivan Della Mea, come tanti cantastorie sconosciuti in Italia. È un artista essenziale per il panorama italiano, mai venduto al successo (come, invece, è accaduto a Guccini, un valido cantautore impegnato) e sempre coerente con sé stesso. “L’alternativa nella cultura non è solo ideologia, l’alternativa è organizzazione” canta Lolli in “Anna di Francia”. L’alternativa nella cultura non è solo ideologia, l’alternativa è organizzazione.
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