Clint Eastwood ha fatto di meglio. Dopo aver visto questo film non ho provato particolari emozioni o delusione ma ho semplicemente pensato che il buon vecchio californiano abbia nella sua lunghissima carriera fatto molto meglio. "Debito di sangue" non è un brutto film, ma certo non raggiunge le vette di "Gunny", "Bird", "Gli spietati" e di altri lavori che verranno poi. La pellicola in questione prodotta dallo stesso uomo "dagli occhi di ghiaccio" si basa sull'omonimo libro di Michael Connelly alternando quindi drammaticità, thriller e poliziesco.

Terry McCaleb è alle prese con il "killer del codice". Durante l'ennesimo omicidio l'assassino si vedrà inseguito dall'investigatore e durante questo inseguimento Terry avrà un infarto. Due anni dopo il detective è di nuovo a posto grazie ad un trapianto di cuore e scoprirà da Graciella (Wanda De Jesus) che il suo cuore apparteneva alla sorella anch'essa uccisa dal serial killer. Terry sente così di avere un "debito" nei confronti della donna che le ha garantito la vita e decide di aiutare Graciella a rintracciare l'assassino.

Eastwood incarna uno dei suoi (pochi) personaggi perdenti, afflitti. Terry McCaleb sa di rischiare nell'investigare perchè il suo cuore potrebbe non reggere. Ma fa tutto questo per aiutare gli altri, perchè vuole giustizia. Si porta così avanti che scontrarsi con gli altri poliziotti e agenti è quasi inevitabile. Il nostro "buon samaritano" nutre rispetto verso gli altri e per la prima volta si sente davvero legato a qualcuno. Si, perchè lui ha passato una vita da solo, dedicandosi al lavoro, sulla sua barca ad ammirare il tramonto. Il suo unico amico è Jasper (Jeff Daniels) che diventerà il suo braccio destro nelle peregrinazioni investigative...

I propositi morali di Terry sono compensati dalla sua risolutezza. Nonostante fossa in pensione rischia comunque la sua vita, in dovere con il lavoro che lo ha reso famoso e in dovere con la donatrice e sua sorella Graciella, la donna che lo ha riportato alla normalità.

Alla solita ottima caratterizzazione dei personaggi eastwoodiani segue però una sceneggiatura che non fa appieno il suo dovere, mostrando buchi che non sono compensati a loro volta dall'azione. I colpi di scena non mancano, ma il ritmo volutamente lento finisce per appesantire una storia di base che parte alla grande e finisce con l'annoiare. Per fortuna che la scena finale (simile alle sequenze conclusive di "Cape Fear" di Scorsese), dona quella suspense che il vecchio Clint sa ancora interpretare alla grande.

Debito di sague (2002) rimane un buon film con una regia essenziale e la solita grande prova di Eastwood ma risulta a volte senza mordente, a volte incapace di trasmettere emozioni. "Lo spietato" ha fatto sicuramente di meglio...

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