Siamo alle solite, quest'uomo che Sergio Leone definiva come uno che avesse solo due espressioni, con e senza cappello, ne ha fatta un'altra delle sue. E come al solito è un'ottima opera.

Il film, come mostrato ampiamente dal trailer, tratta dell'importanza che hanno avuto i mondiali di rugby del 1995, giocati in Sud Africa, per creare una coscienza nazionale in un paese diviso tra bianchi e neri, in cui solo 5 anni prima veniva liberato il rappresentante della parte nera dopo una prigionia lunga 27 anni.

E proprio questo esponente politico nel 1995 è il presidente della Repubblica del Sud Africa: Nelson Mandela.

Quest'uomo, al contrario di quanto vorrebbe la popolazione nera e soprattutto di quanto temuto dalla parte bianca, non applica una legge del taglione. Anzi, forte di quanto vissuto dalla sua gente, esorta tutti al perdono e non alla vendetta.

Nonostante le parole, comunque Nelson Mandela  si rende subito conto che la situazione da lui anelata è solo un sogno. Infatti in occasione dei test match degli Springboks (la nazionale sudafricana di rugby) si accorge che i bianchi tifano per la nazionale di casa, mentre i neri tifano per gli avversari. E proprio da questo punto di partenza il protagonista vuole portare un cambiamento; vuole che anche i neri tifino per i verdeoro, squadra che in tempo di apartheid era proprio simbolo di segregazione razziale in quanto ai neri non era permesso farne parte.

Per unire il suo paese Nelson Mandela convoca il capitano della nazionale François Pienaar, il quale come tutti gli afrikaner ha paura delle ritorsioni che i neri attueranno una volta saliti al potere. E qui il flanker verdeoro ha una sorpresa: scopre nell'altro non un nemico, non un uomo roso dalla vendetta. Ma scopre un uomo che vuole portare pace in un paese dilaniato da anni di lotte intestine e sull'orlo della guerra civile. E vuole farlo con la cultura del terzo tempo.

E in tutto questo, vi chiederete, cos'è Invictus? Presto detto: Invictus è una poesia di William Ernest Henley che significa "Mai sconfitto". Questa Poesia ha permesso a Nelson Mandela di affrontare a testa alta i 27 anni di reclusione; e così come ha dato coraggio al presidente, lui la consegna al capitano dei verdeoro come monito e stimolo.

I protagonisti di questo film sono Morgan Freeman e Matt Damon. Freeman interpreta alla perfezione Mandela, soprattutto in quelle immagini dei mondiali di rugby 1995 che sono diventate famose e indimenticabili. Damon invece non è per nulla coinvolgente e a tratti anche un po' stucchevole. Il film, anche se colmo di retorica, ben rappresenta quella che era la situazione a metà anni novanta nel sud dell'Africa.

Unica nota: si vede che il buon Clint ha studiato il rugby, soprattutto nel rappresentare l'immenso Jonah Lomu, però da buon americano, non ne ha colto la tecnica, soprattutto nelle fasi di gioco.

 

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