Fine anni 5o', un compositore di nome Karlheinz Stockhausen inizia a contaminare le sue opere di musica classica contemporanea con accenni di suoni elettronici, nel 1959 registra il suo primo lavoro completamente elettronico "Kontakte" un esperimento ardito, concettuale e spiazzante suonato completamente con un generatore elettronico di impulsi e nastri magnetici, in quegli anni la musica elettronica veniva principalmente usata come accompagnamento nelle composizioni elettro-acustiche sperimentali e così fu almeno fino all' inizio degli anni 70'.
Con l' avvento del Krautrock in germania artisti sperimentatori come Klaus Schulze, Tangerine Dream, Kraftwerk e Cluster diedero vita a dei nuovi suoni, con imponenti strumentazioni a base di sintetizzatori, sequencer e vari macchinari avanguardistici spesso costruiti proprio dai musicisti stessi, rivoluzionando non solo la musica elettronica ma anche andando a influenzare molte correnti stilistiche a venire negli anni. Se Schulze e Tangerine Dream inventarono di fatto la "musica cosmica" filtrando intere orchestre classiche in un' oceano di suoni elettronici e sintetici, i Kraftwerk andarono in direzione opposta creando affreschi sonori molto più vicini alla forma canzone inglobata in tessuti sintetici e minimali, i Cluster invece formati da Dieter Moebius, Hans Joachin Roedelius e Conny Plank andarono in senso opposto almeno con questo debutto del 71' e (in parte) con il successivo "Cluster ll".
L' opera si basa su 3 suite completamente elettroniche lontane da qualsiasi minima concessione alla melodia e al ritmo, intensi e giganteschi droni sintetici impreniati di rumori artificiali e dissonanti, un suono intenso e stratificato, una specie di viaggio cybernetico ipnotico e catatonico dove i rumori e le scariche elettroniche si ergono a padroni incontrastati delle lunghe composizioni, e se nella "musica cosmica" queste sperimentazioni venivano affiancate e sublimate da melodie orchestrali filtrate elettronicamente qui le deflagrazioni sintetiche si innalzano paurosamente nel vuoto rimbombando su strati metallici nudi e freddi andando in un certo senso a estremizzare le sperimentazioni di Stockhausen del decennio passato.
Già con l'album successivo i Cluster stempereranno i toni di questo debutto aggiungendo man mano più musicalità e melodia al loro suono e nel corso degli anni 70' collaboreranno con Brian Eno. Sicuramente i Cluster non sono stati alla pari di dei giganti quali Shulze, Tangerine Dream o Kraftwerk per importanza artistica ma sono comunque da ricordare tra i grandi sperimentatori elettronici di sempre, soprattutto grazie al loro genio avanguardistico riversato in questa inquietante opera.
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