Amore. Suoni. Colori.

Questo disco mi ha particolarmente rapito: sebbene sia tanto criticato è quello che preferisco di questo strano duo femminile. Riesce a mostrarmi luoghi incantati con il semplice supporto del suono. Mondi in cui popolano lupi mannari ("Werewolf") e animali fiabeschi ("Animals"). Dove splende sempre il sole ("Sunshine"), dove avvengono miracoli ("Miracle") e dove si può ritrovare l'innocenza e l'infanzia dimenticata ("Childhood").

L'aria profuma di dolciumi, le nuvole sono di zucchero filato e caramelle nascono come se fossero fiori.

Mi perdo.
Vorrei ritrovare il controllo, ma senza alcuna capacità di lottare contro la mia volontà mi metto anche io a sbraitare "Everybody Wants To Go To Japan!", insieme ai tizi che sembrano comporre un coro di ubriachi nella bellissima e divertente "Japan".
Inutile. Non ce la faccio. Le canzoni sembrano dominarmi. Seviziarmi.

Le Cocorosie sono riuscite a creare un album incredibile, ricco di suoni provenienti da mondi sconosciuti che riescono a farti sentire l'odore della primavera. I fiori che sbocciano, l'erba appena tagliata.

Gli arcobaleni sono cavalcati da guerrieri del sogno ("Rainbowarriors") e gemelli sanguinanti sono in cerca di vendetta ("Bloody Twins")

Ti trascinano in un parcogiochi, fino a gettarti in un precipizio senza fondo all'arrivo dell'epica "Houses": le case bruciano!

Big Houses Burn Down!

Crollo nell'oscurità che mi penetra dentro, mi abbraccia, mi sfiora, fino a diventare parte di me. Ho perso il respiro, catturato dalla bellezza della voce lirica della canzone, partita come se fosse prewar folk e conclusa con una opera lirica apocalittica.
Non ritorno.
Non ritorno.

Ora è "Miracle" a non lasciarmi scampo, ad essermi fatale: un sussurro, fiebile come la morte mi penetra nelle orecchie. Un fremito mi agita e subito si fece tramonto.

Poesia fatta in musica. Sublime.

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