I Codeine sono una band formata nel 1989 a New York, la formazione prevede Stephen Immerwahr alla voce ed al basso, Chris Brokaw alla batteria e John Engle alla chitarra.

Il primo LP chiamato Frigid Stars (1990) è tutt'oggi considerato uno dei pilastri dello Slowcore. Ritmi lenti, che creano un'atmosfera melanconica. Minimali ma furiosi, tanto che poi ''esplodono'' letteralmente in un turbinio di emozioni, con le chitarre al massimo volume. (un po' come accade nel Post-Rock)
Post-Rock che inevitabilmente è rintracciabile molto più in questo disco: The White Birch. Pubblicato ben quattro anni dopo il primo episodio, e che prevede ora David Grubbs alla seconda chitarra e Doug Scharin alla batteria.
Dico ben più rintracciabile perché nel '94 album come Spiderland (1991), pur non avendo avuto un grosso successo commerciale, avevano già ispirato con la loro musica. Succede così che The White Birch suona, esclusivamente a livello di arrangiamenti, molto simile ai contemporanei Slint, ed in questo caso al buon vecchio Spiderland.

Ma sarebbe inutile parlare di generi adesso, specie di un genere così ambiguo come il Post-Rock, perché il grande merito che va attribuito a questa band, è quello di riuscire a creare un'atmosfera unica, originale ed inimitabile ancora oggi, e quindi a mio avviso catalogabile soltanto con il nome ''Codeine''.


Le differenze con il primo disco, Frigid Stars, sono notevoli. I brani sono più ricercati, i suoni adesso curati nei minimi dettagli.
L'album è un vero e proprio viaggio onirico nelle più grandi distese innevate. Il suono è estremamente delicato e nostalgico.
L'intreccio è in realtà relativamente semplice: percussioni lente e soffocate, un basso rumoroso ma dal suono caldo, e delle chitarre tiranneggianti che costituiscono il classico ''muro di suoni'' in pieno stile 90's.

Un disco particolare, senza dubbio, che non deve essere ascoltato controvoglia, (non voglio aprire un bel dibattito come questo adesso, dico solo che sono estremamente convinto che per poter apprezzare qualcosa di così melanconico e triste, non bisogni trovarsi necessariamente in questi stati d'animo).

Personalmente, è una delle esperienze più belle che mi porto dietro da un po' di anni, e che consiglio a chiunque di ascoltare.
La Betulla Bianca sono infatti quaranta minuti abbondanti di pura meditazione dove l'ascoltatore non deve far altro che lasciarsi cullare e scaldare da una musica suggestiva, che porta con sé un grande carico di emozioni, immagini e sensazioni.

Infine una grande nota di riguardo, per la, a mio avviso, magnifica copertina.

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