Come sempre non sarò breve.
Definire questo genere è impossibile. Quando negli states i Nirvana sfondarono erano anche loro inclassificabili, e allora venne inventato un genere tutto per loro. E così con ogni gruppo o singolo inclassificabile. In Italia non è così. Puoi fare la cosa più innovativa di sempre, rimani una cosa sofisticata, per pochi intellettuali. Ecco, questa è stata la sfortuna dei C.S.I. che tra il 2001 e il 2002 si scioglievano. Questo secondo volume è l'addio definitivo di questo gruppo, prima dello scioglimento più amaro: quello tra Zamboni e Ferretti, fino ad allora inseparabili. In quest'album sono racchiuse delle rarità, delle sperimentazioni su canzoni ufficiali e molti live.
Si comincia con "Maledirai", scritta nel 1993, dove Ferretti, accompagnato da una full-immerscion punkrock degna dei CCCP, profetizza che "maledirai la Fininvest", la decadenza totale che sarebbe spettata all'Italia di li a pochissimo. Un brano orecchiabile ma non dei migliori. Segue "Finestère" uno dei brani punkrock di Ko De Mondo. "la vita umana non dura che un istante, si dovrebbe trascorrerla a fare ciò che piace, in questo mondo fugace come un sogno, viver nell'affanno è follia. Ma non rivelerò questo segreto del mestiere ai giovani, dato come vanno le cose nel mondo potrebbero fraintendermi" E' Ferretti a parlare, aprendo "Linea Gotica" in versione Live, title track dell'omonimo album (1996), dedicata al partigiano noto come Comandante Diavolo. Canzone musicalmente lieve accompagna perfettamente il recitativo-cantato di Ferretti. "la mia piccola patria dietro la linea gotica sa scegliersi la parte" conclude Giovanni. Premendo sulla memoria di ciò che è stato, per evitare che risucceda. Ginevra Di Marco conclude con una serie d'assoli "mai come ora". Purtroppo tra il 2001 e le ultime elezioni queste raccomandazioni di Ferretti-Di Marco non sono state ascoltate (la nuova destra rimane comunque potente, non dimentichiamo che l'abbiamo scampata per quell'un per cento o poco più). Segue "Irata" splendido brano, ancora una volta Live, sulla coerenza delle scelte di vita "non tornerò mai a prima" canta Giovanni, in una sonata rock-acustica-alternativa molto bella. Ci regala anche una delle sue perle "oggi è domenica, domani si muore, oggi mi vesto di seta e candore". "Charmain Mao" è l'omaggio a Robert Wyatt (che in risposta canta nel primo volume "Del Mondo" del Consorzio). Cantata in inglese a due voci, la quale portante questa volta è quella di Ginevra Di Marco (come accade in "Ederlezi" di Goran Bregovic contenuto nel primo volume). Gli scambi di ruoli tra i due riescono molto bene. "Brace" è invece una delle canzoni più significative del successo "Tabula Rasa Elettrificata", anch'essa Live, è al contempo una rarità. Infatti è suonata con quintetto d'archi e due voci (Di Marco-Ferretti) con di nuovo la Di Marco come voce portante, anche se nel corso del brano i ruoli s'invertiranno spesso. Questo brano colpisce per la sinuosità, l'epicità, la forza e la leggiadria dello splendido connubio tra musica e testo. Qualcosa di meraviglioso e unico, che ti scatena dentro una moltitudine di emozioni mozzafiato. Si parla dell'anima, sfinita, austera, bellissima e lieve di ognuno di noi. Struggente e stupenda."Buon anno ragazzi" è un'altra rarità Live, brano dedicato ai lettori della rivista "Maciste".
Nonostante la banalità dello scopo il rock inclassificabile dei C.S.I. suona che è una meraviglia e la liricità di Ferretti è tra le migliori di sempre. Ha anche un messaggio: "siccome sanno quello che fanno, non li perdono", chi è consapevole delle proprie azioni sa quello che fa e non deve giustificarsi successivamente. Poi c'è "Polvere", brano di più di undici minuti. Una splendida rarità, un sound leggero e ipnotico, per cinque minuti esclusivamente strumentale, ci cala in un'atmosfera molto simile a quella che si respira in alcuni pezzi dei Pink Floyd. L'intensità aumenta con l'andare avanti del brano fino all'intervento di Ferretti che, con la sua solità liricità magistrale, incanta l'ascoltatore. Polvere, ovvero la caducità d'ogni cosa, che è eterea e inafferrabile. Proprio come questa musica. "Non Torna" in puro rock acustico è stat scritta da Ferretti durante i primi allarmi di divisione nel gruppo, durante il 2001. E' cantata in doppia voce con la Di Marco a fare, stavolta, da accompagnatrice. Il brano è una lezione di vita su ciò che si lascia: "a me non torna niente, niente torna mai". Le cose, gli eventi, le persone, la musica bisogna viverla sul momento, poi passa. E quando passa non torna, rincorrerla, riafferrarla è innaturale e crea solo ulteriore sofferenza e questo è tutto dovuto alla relatività d'ogni cosa. "sopra è come sotto, fuori è come dentro, al lato come al centro". "Vicini" uno dei brani più belli di "T.R.E.". Un brano che parla di differenze e distanze e di come spesso siano effimere. In stile rock-elettro-punk-psichedelico come tutto il disco da cui è tratta. "Nessuno Fece Nulla" è la recitazione di un racconto di Nedzad Maksumic tratto da "Indicazioni stradali sparse per terra", si raccomanda il da farsi in caso di guerra. Ferretti recita il brano con voce che aumenta di forza, cantilenante e allarmante, all'interno del lavoro teatrale "L'Apocalisse di Giovanni". I periodi più importanti vengono marcati e ripetuti. Sette minuti che ti svuotano, ti shockano, ti annientano e ti commuovono. A chiudere il cd c'è "Mongolishe" brano della tradizone mongola utilizzato come brano di chiusura dei concerti del tour "T.R.E.". Una rarità per gli amanti della musica etnica. Ma anche un brano malinconico, perché la scelta di un brano di chiusura dei tour, chiude anche l'ultimo cd dei C.S.I. e dunque la storia di uno dei più grandi, completi e meravigliosi gruppi "alternativi" se così si possono definire, italiani.
Passati purtroppo indolorosamente per la maggior parte delle persone, ma che hanno lasciato un buco nello stomaco, un vuoto d'aria, un cuore in gola a chi li ha amati. Retorica a parte una delle parentesi migliori nella cultura italiana. E che meriterebbe più attenzione.
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