Chuck Shuldiner è stata a mio parere la più grande perdita che il metal abbia affrontato fino ad oggi. Lo testimonia il fatto che abbia lasciato lavori come TsOp o ItP oppure come a mio parere il più all’avanguardia di tutti The Fragile Art of Existance dei Control Denied che vado ora a recensire.
Chuck è sempre stato circondato da musicisti di un calibro oserei dire ben superiore alla norma quali per citarne alcuni un certo Mr.Gene Hoglan un “pazzoide” jazzista quale Sean Reinert, un mago del basso Steve DiGiorgio e un chitarrista del calibro di Paul Masvidal (ex-Cynic).
In questo album è circondato da oserei dire forse la creme attuale del panorama e cioè da un talento mostruoso come Richard Christy alla batteria, Shannon Hamm alla chitarra, Steve DiGiorgio al basso e l’esordiente Tim Aymar alla voce.
Ed è proprio quest ultimo che rende l’opera di Chuck più all’avanguardia dei suoi lavori con i Death poiché Tim sfodera una prestazione a mezza via fra un ottimo e personale cantato heavy ed in alcuni frangenti death/thrash.
Accompagnato da musica ovviamente suprema ( e di stampo Death ) come solo il re Chuck sapeva comporre e come solo i suoi fidi compari sapevano suonare Tim si destreggia in linee vocali evocative e piene di pathos rendendo questo lavoro una vera opera d’arte.
Non c’è nemmeno da dire che ovviamente DiGiorgio, Christy e Hamm e lo stesso Chuck siano impeccabili e mostruosi nel suonare ed è per questo che ho ritagliato un po’ di spazio in più per il singer di questo gruppo.
Da notare il favoloso artwork svolto da uno degli artisti contemporanei penso più fenomenali che ci siano e cioè Travis Smith.
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