"Nessuna Speranza, Nessuna Paura" esce nel 1989, quando la scena hardcore italiana si stava avviando verso il suo crepuscolo. Le prime avvisaglie di questo inevitabile declino si erano scorte negli anni precedenti, quando la principale roccaforte del punk italiano, il centro sociale Virus, era stata soppressa. I grandi nomi (Indigesti e Wretched su tutti) avevano gradualmente cessato la loro attività ed il forte senso di precarietà che aveva contraddistinto l'era delle grandi occupazioni stava scomparendo. La musica hardcore fu, nel bene o nel male, portavoce del disagio di chi non si voleva conformare al grigiore culturale della società e che, attraverso la musica, i vestiti e molto altro, voleva creare uno stle proprio. Nel 1989, quando il fuoco dell'innovazione e della ribellione era spento e fagocitato dal sistema (o dal tempo) ed i "giovani" il cui motto era "Live Fast, Die Young" divenivano "Too Old To Die Young", la morente controcultura punk seminava la sua eredità nel sottosuolo metropolitano, in attesa del giorno in cui un nuovo tremore avrebbe scosso le viscere della società, rigida e oltremodo compiaciuta di se stessa. Ma arriviamo finalmente al disco, Composizione che non sfigura al confronto con i nomi più blasonati del genere, canto del cigno di un certo modo di intendere la musica punk.
I napoletani Contropotere, principali occupanti del centro sociale Tien'a'Ment, pubblicano questo "Nessuna Speranza, Nessuna Paura" presso l'Attack Punk Records di Jumpy Velena (Raf Punk), etichetta che seguiva il modello della famosa Crass Records. Non è stato ristampato.
Graziato da una buona produzione (siamo lontani dalle lancinanti registrazioni tritaossa che contraddistinguevano i Wretched), presenta brani di insolita lunghezza (7 minuti di media!!). Questo particolare fa intendere come il termine "Hardcore" sia riduttivo nei confronti di questo disco, aperto alle più disparate influenze.
Immergendo la mano in questo ribollente paiolo musicale si possono trovare tamburi oscuri e dalla cadenza ossessiva, chitarre abrasive che formano sottili arabeschi, melodie ed echi orientali, pianoforti da operetta e suggestioni mediterranee. Ovviamente la marcata vena punk riemerge spesso e crea il caos dove prima regnava una pace oscura e disturbante, portando con riff taglienti ad un livello differente l'atmosfera ricercata che si era formata. I testi, disperati e poetici, sono declamati dalla voce acuta di Lucia che, a parer mio, le attuali Brody Dalle & Co. se le mangia a colazione. Citare un brano umilierebbe gli altri, quindi non posso che consigliare l'ascolto del disco nella sua interezza. Lasciatevi cullare, lasciatevi trasportare e lasciatevi turbare. Sotto le note di "Nessuna Speranza..." la parte malinconica e rabbiosa del vostro essere sfogherà finalmente le sue paure, donandovi la sensazione di potere tutto.
Se cercate atmosfere industriali unite ad una verbosa rabbia Punk, prendete questo e consumatelo. Un disco Hardcore anche per palati fini. Non occorre valicare l'oceano per trovare ottimi dischi.
PS: scusate ma non sono riuscito a trovare la copertina
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