Ho sempre considerato i Meshuggah uno dei gruppi più pazzi, e incredibilmente tecnici che esistano, questo genere Tech-Thrash Metal irrompe come un’emicrania dall’inizio della prima traccia fino alla fine dell’album, ma questo gruppo di cui vi parlo è nettamente sconosciuto ma nello stesso tempo più scatenato e iper-Progressivo e tecnico, un mix di tempi sconnessi ma interpolati con una melodia precisa e lineare, un vero capolavoro di tecnica.
Questi cileni in poche parole mi hanno fatto innamorare, appena si ascolta la prima traccia si può semplicemente capire la preparazione tecnica e raffinata e la rabbia presente in ogni pezzo, il primo in particolare “Time Zero” non si riesce nemmeno a seguirlo portando il tempo con le mani battendo sulla scrivania (come di solito faccio spesso!) e mentre il pezzo prosegue in questo mix Prog-Thrash ecco che si spezzano tutti i toni cattivi e parte uno degli acid-jazz più accattivanti che abbia mai sentito, con un basso fretless e una batteria semplicemente stupenda riescono a creare questa miscela insieme al sinth che spara questa “calma apparente” (tra l’altro il chitarrista solista oltre a cantare suona anche le tastiere!) per poi ripartire nella melodia precedente. Ma oltre alla tecnica c’è anche l’ambient che copre quasi tutti i pezzi evitando di renderli banali ma invece molto “suggestivi”. Altri pezzi che formano l’album in maniera straordinaria sono “La idea de Borde” e “Back to corporeal state”.
Unica pecca però è il fatto che comunque, così come i Meshuggah, se avete un mal di testa, non potete per niente ascoltarli, ma ovviamente potete stare tranquilli perché i Coprofago, nonostante il genere Tech-Thrash riescono comunque in alcuni pezzi a rilassare i nervi.
Elenco tracce samples e video
Carico i commenti... con calma