Mi ricordo di un po’ di tempo fa, quando in una discussione sulla mia recensione dei Beecher, che avevo introdotto con un incipt sulla GMG, si è arrivati a parlare della nostra fede religiosa (boh?), ed alla mia esclamazione “ W GESU’ E W IL BLACK METAL!” il caro Enriko mi disse che con questa frase avevo vinto: a) la sua simpatia eterna b) il premio "follia inguaribile e accertata" 2005. Black metal e Cristianesimo non possono convivere, perchè il primo è nato proprio per combattere il secondo. Sembra logico. Ma ne siete DAVVERO sicuri?

In risposta all’ oscuro movimento dell’ Inner Circle norvegese nacque un movimento ancora più underground e di nicchia chiamato “unblack metal” , la risposta dei cristiani amanti delle sonorità estreme al satanismo (e paganesimo) imperante in quegli anni, che aveva usato il metal come forma d’ espressione prediletta. Il primo a suonarlo fu il batterista dei Mortification, forse la più nota band death metal cristiana dell’ epoca, l’australiano Anonymous (vi ricorda qualcuno???) e la sua one-man ban: gli Horde. “Hellig Usvart” fu il primo album unblack metal mai registrato. Atmosfera ghiacciata, suoni freddi e cupi, come nella migliore tradizione del true black norvegese, facevano da sfondo a testi anti-satanisti che mettevano in ridicolo le idee estremiste dell’Inner Circle (e come non dimenticare i coraggiosi paladini della fede, i norvegesi Antestor, che ricevettero serie minacce di morte e se ne fregarono, facendo uscire il loro capolavoro “The return of the black death” ?). Ringraziamenti agli Horde e a “The only Lord Jesus Christ” sono quelli che ritroviamo nel booklet di “The Covenant Progress” . I Crimson Moonlight, infatti, insieme a Lengsel, Kekal e altre band di indiscusso valore artistico e musicale, sono tra i migliori rappresentati dell’ intero movimento unblack metal moderno, che si sta diffondendo a macchia d’ olio in tutto il mondo in questi anni.

Puro death/black metal: ma un’ ascolto più approfondito mette in luce aspetti più profondi. La prima impressione non lascia dubbi. Il solito album di metal estremo. Ma poi addentrandomi sempre più in questo lavoro, scopro aspetti che prima non avevo notato. Scopro un’intensità inaspettata, una drammaticità portata all’ eccesso, un inno, una spregiudicata evocazione del loro ideale che supera l’autolesionismo. Un ideale che, in questo caso, è proprio la loro fede. Mi ero sbagliato. Questo NON è il solito album death/black metal. Questo è un album vissuto, ma nel vero senso della parola. La voce di Pilgrim è lacerante, il drumming di Gustav delicato come può esserlo la mandria di gnu in fuga nel Re Leone, e il guitar work di Per tagliente come la lama di un bisturi nella melodia, ma schiacciante nelle parti lente, con distorsioni “ ingrassate” da una produzione cristallina. L’ urlo si lancia verso l’ alto. L’ invocazione a Dio affinché sconfigga le forza del male. Più ascolti e più hai la sensazione che i Crimson stiano combattendo contro un branco di demoni, anziché suonare. Una sensazione gradevolissima. Lo dimostra “The Pilgrimage” , con un vortice melodico che risale una scala e la riscende, intenso, per poi essere violentato da riff a dir poco sanguinanti, brutali e pieni di ferite. La batteria stacca la pelle a brandelli e la voce profana questa folle corsa, mentre la più famosa invocazione di Gesù si alza al cielo dallo stridente scream di Pilgrim: "Father, Thy will be done, and not mine!". E’ l’ altra faccia della medaglia. E’ un diverso modo di intendere il black metal. Della sua intrinseca negatività vengono presi gli aspetti più legati alla sua natura caotica, all’ estremizzazione delle passioni, e vengono portati all’ eccesso. Temi cristiani oscuri e una fede violenta ha bisogno di un tal violento genere musicale per essere espressa (come dicevano anche i Mortification. . . ), così come la negatività dell’ anima per un mondo in malora, che non sfocia nel nichilismo e nell’ odio (come nel black metal) ma nella speranza e nella voglia di combattere fino alla fine per cambiarlo.

E questo lavoro dei Crimson Moonlight, il loro più grande lavoro, non fa altro che rendere giustizia ed esprimere al meglio questo concetto. Una grande band, un grande album. W il death/black metal, quindi, e lode a Gesù Cristo. Che voi “ crediate” o meno.

Elenco tracce e video

01   Mist of the Spiritual Dimension (04:11)

02   The Pilgrimage (05:29)

03   Path of Pain (07:31)

04   Thy Wilderness (06:34)

05   Eternal Emperor (03:47)

06   A Painting in Dark (04:52)

07   Eyes of Beauty (04:48)

08   A Thorn in My Heart (05:54)

09   The Covenant (07:02)

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