Assegnando solo tre pallette a "Swastikas for Goddy" (o Noddy?)*, forse sono stato eccessivamente severo.

E' un album, quello, che non mi ha mai pienamente convinto: a volte lo ascolto con piacere, altre volte no, e forse in una di quelle scrissi la recensione.

L'importanza di uno "Swastikas..." è tuttavia fuori discussione, per la gente che ci ha suonato, per i pezzi che contiene, ma soprattutto per aver costituito il primo passo verso l'universo folk mosso dalla creatura di David Tibet. Tanto che, accanto al "Brown Book" dei Death in June (uscito nel medesimo anno, il 1987), "Swastikas for Goddy" viene generalmente annoverato fra le colonne portanti del genere.

 

Alla luce di tutto ciò, molte ingenuità e qualche bruttura di troppo potevano essere comprese e perdonate, eppure continuo a pensare che in quel lavoro ci sia qualcosa che non va. E probabilmente della medesima idea era lo stesso Tibet, che decise un paio di anni più tardi di riconsiderare il materiale originario e modellarlo in una forma più perfetta.

"Crooked Crosses for the Nodding God", uscito nel 1989, è quindi il rifacimento di "Swastikas...", come spiega Tibet nelle note interne: "This is a remixed, re-structured and re-recorded version of Swastikas for Noddy, thus the before and after Iceland colours are now complete".

Passano quindi solo due anni, ma per una band prolifica come i Current 93 c'è stato il tempo per pubblicare ben tre album ("Imperium", "Christ and the Pale Queens Mighty in Sorrow", "Earth Covers Earth") e per affinare il proprio linguaggio, sempre più lontano dal fosco industrial rituale delle origini.

Attenzione però, non aspettiamoci uno "Swastikas..." in versione riveduta, corretta e patinata: "Crookek Crosses..." riesce paradossalmente ad essere ancora più strambo ed irrazionale dell'originale. Non si capisce come, tuttavia, l'album sembra avere una marcia in più rispetto al suo acerbo avo: i pezzi sembrano rinvigorirsi e brillare di nuova vita, la produzione è più attenta e meno scarna che in passato, i suoni più rotondi ed avvolgenti, le visioni maggiormente nitide, luminose e ricche si sfumature.

 

I brani non solo hanno nuovi titoli ed un nuovo ordine, ma finiscono per essere stravolti, mutilati, sovrapposti, mescolati ed accorpati in un pastrocchio che non intende mettere ordine alle cose, bensì rileggerle alla luce della maturazione dell'artista: le immagini vengono scomposte e rifratte come se Tibet facesse scorrere la rotella di un fantastico caleidoscopio, e il risultato è un girotondo psichedelico a cui ci uniamo con l'allegria e i timori di un bambino a cui è stato versato dell'LSD nel latte.

 

La sfilza di artisti coinvolti fa impressione: Douglas P. (Death in June), John Balance (Coil), Boyd Rice (NoN), Tony Wakeford (Sol Invictus), Ian Read (Fire + Ice), Steven Stapleton (Nurse with Wound), Freya Aeswynn, Rose McDowall e l'artista islandese HÖH (con cui Tibet collaborerà in seguito per dare alla luce il meraviglioso "Island"). Anche se poi, c'è da sottolinearlo, per la maggior parte si tratta dei contributi delle sessioni di due anni prima prelevati intonsi e mandati al macero.

La mano del fido Stapleton, maestro della trasfigurazione industriale, è evidente, e a lui, suppongo, dobbiamo il maggiore impegno nella rielaborazione dei materiale. Tibet, dal canto suo, re-interpreta ex novo qualche pezzo ed introduce anche delle piacevoli novità (come l'inedita "Toytown Awakes"); la chitarra sessantiana di Pearce, infine, scorre che è una vera bellezza fra carillon, improbabili invocazioni e filastrocche infantili, in un clima surreale e fanciullesco che si adagia a fasi alterne sugli altari della follia, del viaggio onirico e perfino della semplice idiozia.

"Crooked Crosses...", come del resto lo era stato "Swastikas...", rimane uno degli album più buffi e spensierati dei Current, dove solo a tratti l'inquietudine emerge in superficie: nelle invocazioni di Ian Read, negli sproloqui guerrafondai di Boyd Rice, nei duetti allucinati fra lo stesso Tibet e la McDowall.

 

Inutile dilungarsi sui singoli dettagli, ci sarebbe da perdersi. Due episodi, tuttavia, meritano di essere menzionati.

"Oh Thou Coal Black Smith", rifacimento della storica "Oh Coal Black Smith", perde per la strada il celebre controcanto della McDowall (qui sostituita da un ipnotico arpeggio di chitarra), ma guadagna in tensione ed intensità emotiva: il brano diviene così una impetuosa cavalcata folk dove il canto invasato di Tibet genera un crescendo visionario che senza dubbio costituisce uno dei momenti più alti dell'intera produzione della Corrente.

"Panzer Runes", invece, si tramuta in "Looney Runes", il pezzo più strambo di tutti: del brano originario vengono conservati solo il tappeto industriale ed il mantra canoro di Freya Aeswynn, mentre il tutto viene schiacciato da una possente drum-machine e dalle bordate micidiali di un basso distorto. Il risultato si collocherebbe a metà strada fra un corposo post-punk ed un pezzo heavy metal, se non fosse per la voce da cartone animato di Tibet (qui accelerata ed acutizzata) che stempera l'incedere violento e minaccioso del brano e lo trasforma nell'esilarante carosello di un mentecatto.

 

Per ovvi motivi "Crooked Crosses for the Nodding God" non figura nella discografia essenziale dei Current 93, ma rimane un album molto bello e di piacevole ascolto, consigliato vivamente a tutti i fan della band di David Tibet.

 

* L'album uscì originariamente con il titolo "Swastikas for Noddy"; poi, nel 1993, il titolo fu cambiato in "Swastikas for Goddy" per problemi di copyright, e da quel momento ogni riferimento a Noddy è stato sostituito con Goddy.

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