Ci sono grandi novità per i Daal, una delle realtà migliori, in questo momento, del prog italiano: escono addirittura ben 2 nuovi dischi per il gruppo del tastierista e genietto bergamasco Alfio Costa – noto anche per l’attività con i Prowlers - e del batterista romano Davide Guidoni qui aiutati dal chitarrista Ettore Salati e dal bassista Bobo Aiolfi. Si tratta di “Decalogue Of Darkness” e di “Navels Falling Into A Living Origami”: sono, in realtà, 2 lavori molto diversi ma complementari che dimostrano l’eclettismo e l’ampiezza di vedute dei Daal. Questo “Decalogue Of Darkness” si riallaccia, in qualche modo, alle cose precedenti e, in particolare, ad un album come “Dodecahedron” mentre l’altro è più sperimentale e meno convenzionale ma non per questo meno valido. “Decalogue Of Darkness” ha un’atmosfera solenne e regale che farà la felicità degli amanti del sinfonico. C’è un grande dispiegamento delle tastiere: chi adora il suono del Mellotron e delle ambientazioni vintage troverà pane per i suoi denti. Fin dalla copertina siamo proiettati in un universo oscuro e gotico popolato di ombre. Siamo di fronte ad un lavoro di spessore che potrebbe essere l’ideale colonna sonora di uno sceneggiato horror ed esoterico degli anni ’70 come “Il Segno del Comando” e “Ho incontrato un’ombra”. Il disco è diviso in 10 capitoli – tutti senza nome – che ci conducono in un labirinto da cui non c’è uscita. L’interplay fra i musicisti è perfetto: le tastiere eleganti ed evocative di Alfio Costa sono ben accompagnate dalla batteria jazzata di Davide Guidoni mentre i ricami “floydiani” della chitarra e il basso pulsante contribuiscono ad arricchire il suono. Il pezzo forte del disco è costituito dal secondo capitolo, lungo oltre 16 minuti: la parte iniziale, introdotta dal pianoforte e dal mellotron, ci immerge subito in una dimensione antica e cupa, dove in castelli diroccati si compiono rituali innominabili. Poi il suono diventa imponente e magniloquente per poi ripiegare verso sonorità più pacate e misteriose e poi riprendere ancora verso atmosfere più frenetiche: il finale è stupendo e orrorifico. Ma questa è una caratteristica che troviamo anche negli altri capitoli del disco. L’inizio dell’ultimo capitolo è molto evanescente e cosmico: mi sono venuti in mente i Tangerine Dream periodo “Phaedra” e “Rubycon”: poi la bella chitarra di Ettore Salati dipinge struggenti ricami d’atmosfera mentre nella seconda parte la musica diventa oscura ed evocativa. “Decalogue Of Darkness” si mantiene su ottimi livelli in tutti i suoi 71 minuti di durata e conferma tutta la classe dei Daal. Disponibile su Bandcamp: https://daal.bandcamp.com/album/decalogue-of-darkness.

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