Veramente particolare questo thriller dai contenuti sovrannaturali di produzione spagnola. Per esser sinceri bisogna dire che le premesse dicono forse più dello sviluppo vero e proprio della storia, che perde qualche colpo strada facendo e forse si conclude in una maniera meno soddisfacente di quanto uno avrebbe sperato, ma questa fine simbolica e rivelatrice, arriva forse inaspettata e allora vale comunque la pena di guardarlo tutto, anche perché in caso contrario non si potrebbe avere un quadro completo della situazione indispensabile per comprendere ogni singolo passaggio del film.

Una premessa che forse potrebbe scoraggiare gli spettatori più o meno interessati, ma ebbene vi dico che tirarsi indietro al cospetto di una storia come quella racconta in questo film intitolato "El aviso" (2018) sarebbe, tanto per restare in tema, quantomeno delittuoso. La storia? Diciamo che all'inizio del film abbiamo una sparatoria che si compie davanti agli occhi di Jon (interpretrato da Raul Arevalo, bravo), che poi sarebbe il protagonista principale delle vicende del film. Se non quello "unico", ma spiegarvi perché sarebbe veramente troppo e pure troppo complicato. Comunque vi basti sapere che Jon è un brillante matematico, una mente tanto geniale quanto sensibile e che soffre di schizofrenia e visioni allucinate, che collimano con il sovrannaturale. Dopo l'episodio su citato, Jon indaga in maniera intuitiva e maniacale su delle sequenze numeriche dietro le quali si nasconde una storia misteriosa e che per forza di cose lo costringe tanto a viaggiare indietro nel tempo quanto a proiettarsi dieci anni in avanti nel futuro..

La storia procede quindi narrando in parallelo le vicende che si verificano a distanza di dieci anni una dall'altra, salvo specifici flash-back nel tempo passato, e con una grande abilità da parte del regista Daniel Calparsoro (che qui riprende una storia tratta dal romanzo omonimo di Paul Pen) che racconta e proietta sullo schermo una storia avvincente e che appassiona e lascia col fiato sospeso fino alla fine. Resta come dicevo un po' di rammarico per quanto mi riguarda perché avrei preferito sviluppi diversi che però non avrei neppure saputo ipotizzare, ma forse questa mia delusione sta più nelle considerazioni sull'intervento del sovrannaturale, una componente che non sempre mi convince e che qui alla fine prevale sulla matematica e sulla scienza. A meno che non si voglia poi alla fine credere che in fondo anche queste facciano parte come formule alchemiche di qualche cosa che sia legato a stregoneria e manifestazioni superiori. E forse è così, stando alla infinitezza dei numeri, pure se è vero che se volete sapere di scienza, lasciate stare i negromanti, e rivolgetevi a un vero scienziato. Pure qui del resto si ricorre a un matematico per sbrogliare la situazione e mica ci si improvvisa matematici, bisogna pure prendersela questa laurea alla fine.

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