Una storia.
Un decennio di pulsioni, pressioni, alterazioni, creazioni; miserie, preghiere, mcdonalds, acidi, coca cola, amori finiti.

Daniel johnston è stato-è il più compulsivo scrittore americano degli ultimi dieci anni. Senza tema di smentitorie classifiche, con la mano che trema lasciamo queste righe così; perchè il suo assurgere a mito, la sua elevazione nell'olimpo dei songwriters non rappresenta che la mercificazione di un dolore infinito, troppo grande perchè anche i dollari e a notorietà lo facciano meritevole di essere altro.
Quando il suo cuore uscì dal petto e non ci furono più ragioni, allora Daniel, il ragazzo timido si trasformò in altra cosa, diversa. Le collezioni di fumetti sul mobile impolverato e l'organetto elettrico sono feticci di un passato che diventa brace, consumato dall'urgenza di vita.

Le nostre parole, le parole di chiunque, stemperano soltanto quel processo mentale di un uomo infinito, legato a sè stesso con un doppio filo: ragione e sentimento.
Hi how are you?
Semplice come bere un bicchiere d'acqua, irragionevole come 30 acidi sciolti sulla lingua, il suono di questa collezione di poesie incornicia una vicenda che troppo spesso, sempre, non è stata compresa appieno.

Al di là delle indagini psico-sociologiche, quello che alle nostre orecchie rimane è di una verità imbarazzante: perchè la vera impresa di questo ragazzo bianco, figlio di una famiglia cattolica, che nella religione troverà i suoi demoni più che i giusti santi, è stata quella di mettersi nudo di fronte a tutto e tutti e così, così tanto, non è stato possibile per nessuno, mai.
Pensiamo a "Casper", la storia del fantasma gentile che sorride attraverso il suo personale inferno, come riassunto di tutta l'epopea. Pensiamo alle amicizie della nostra vita, alla fragilità possibile, al collasso imminente, alla potenza-debolezza di tutto quello che ci circonda.

La sovrastruttura è tutto; il resto, quel poco che resta ha un gusto misto: hamburger, gioia, tristezza.

Senza parole.

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