Mi dissero che questo film aveva causato a suo tempo notti insonni a non finire, traumi di ogni genere, ansia patologica e chissà quale altra disgrazia. Ovvio che con delle premesse simili mi aspettavo l'inimmaginabile da Profondo Rosso, di cui l'unica cosa che sapevo oltre a questa era che i Goblin avevano donato al mondo della musica un gran bel lavoro musicando questo film (del resto chi non conosce la meravigliosa titletrack dell'album omonimo al film?). La sola cosa che questo film ha massacrato, però, mi spiace dirlo ma sono i miei nervi. Non per le atmosfere tese, non per la violenza o qualsivoglia altra componente horror del film, ma per la dannata stupidità dei personaggi e per l'assenza di logica nelle vicende legate alle loro scelte. Non ho intenzione di distruggere pubblicamente un film che comunque credo meriti di essere visto, ma questo aspetto ha più volte rischiato di farmi alzare dal divano ed abbandonare la zona, oltre a farmi bestemmiare in diretta più volte. Detto questo, passiamo ad un'analisi un poco più obiettiva.

Il film, fin da subito, mette lo spettatore nelle condizioni di aspettarsi il peggio, con un inquietante omicidio (francamente animato, se possiamo utilizzare un termine simile, in modo discutibile) nel primo stralcio di scena, che si inserisce curiosamente tra la prima e la seconda metà dei titoli di testa su nero. Mi hanno subito infastidito, dal punto di vista tecnico con risvolto estetico, i fade out (specialmente audio) troppo veloci ed improvvisi di alcune scene, fatto che si ripeterà di quando in quando per tutta la durata del film. I primi minuti non mi hanno affatto deluso, in quanto sono in grado di creare una buona atmosfera carica di tensione, potenzialmente pronta a sfociare in qualche atrocità distruttiva. Anche alcune scelte registiche (non solo all'inizio del film, sia chiaro), mettono in evidenza tale atmosfera in modo eccellente. È il caso ad esempio dei momenti in cui viene fatto uso ottimo di quello che definirei grossolanamente la "tecnica vedo-non vedo", specie in funzione di mantenere intatta la figura ignota dell'assassino pur facendo credere allo spettatore di essere ad un passo dal vederlo in faccia. Cosa che peraltro poi avviene veramente: per un brevissimo lasso di tempo è infatti possibile conoscere le sembianze dell'efferato criminale con un anticipo di un paio d'ore, facendo grande attenzione ai dettagli di una certa scena che eviterò di svelare anzitempo.

Malgrado, come già si diceva, non mi spieghi alcuni nessi logici presenti nel film (generalmente spiegabili soltanto ammettendo la stupidità assurda della quasi totalità dei personaggi, anche se è ovvio che si tratta di scelte cinematografiche forse necessarie che però finiscono per creare situazioni a tratti paradossali), devo ammettere di essere rimasto sorpreso dal finale, che svela un intreccio giallo ben orchestrato e complesso al punto giusto in cui per una volta tutto pare avere senso. E citerei come positivo anche il fatto che durante le due ore di film le ho pensate tutte, ma l'unico dei personaggi comparsi nel film che avrei ritenuto insospettabile è quello infine colpevole. E sta qui l'abilità narrativa di Argento, che riesce a mettere in piedi una quantità notevole di situazioni che non fanno altro che deviare i sospetti in modo abbastanza palese verso chiunque, fuorché il colpevole, senza che nessuno se ne accorga.

Due parole ancora su un altro paio di ulteriori questioni: in primo luogo la musica dei Goblin, che è spettacolare di per sé ma che devo ammettere di non aver trovato sempre adeguata al contesto in cui è stata inserita, e immaginandomi certe scene con una musica diversa riuscivo a trovarmi innanzi di qualcosa di più d'effetto, per quanto forse meno originale. In secondo luogo, la presunta atrocità del film. Mi rendo conto del fatto che nel 1975 non fosse una cosa diffusa come oggi la presenza di sangue in quantità industriale nei film, come neppure mutilazioni di vario tipo in diretta, ma le scene brutali ricoprono ad occhio un 10% al massimo della massa totale del film. E questo non vorrebbe dire nulla se l'atmosfera fosse tenuta tesa per tutta la durata del film (si pensi a Shining, in cui fondamentalmente si vede molto poco di terribile ma si è costantemente immersi in uno stato emotivo tremendo dettato dall'atmosfera e dalla musica sempre tesa ai massimi livelli), cosa che però purtroppo non avviene. Se da una parte infatti gli intermezzi piuttosto lunghi tra un omicidio e l'altro risultano positivi per un motivo di eclettismo all'interno del film, rappresentano una distruzione dell'atmosfera marcia costruita con uno o due minuti di scena truculenta. Ad un certo punto infatti, avendo compreso che piega stava prendendo il film, ho smesso proprio di temere qualunque cosa e anzi, ero più spaventato dai siparietti pseudocomici azzardati durante l'indagine (puramente thriller e poco più, non molto diversamente rispetto alla Trilogia degli Animali dello stesso autore) lunga tutto il film, e in alcuni casi da una recitazione (sarà il doppiaggio, non lo so) non proprio convincente.

Insomma, è davvero un peccato che un film dall'intreccio così potenzialmente interessante non sia stato dotato di tutto il necessario per dare il massimo nel genere horror, a mio parere. Alcune delle falle che mi vengono in mente sono quelle sopracitate della logica e soprattutto dell'incostanza dell'atmosfera, che non riesce a traumatizzare come dovrebbe e potrebbe. Intendiamoci, l'importanza storica di questo film è indiscutibile, ma consapevole del fatto che molti non saranno d'accordo non posso nascondere il fatto che personalmente questo film mi abbia molto più spesso fatto innervosire o divertire per l'assurdità che non spaventato a morte come gira voce sia in grado di fare, né men che meno messo nella condizione di un malessere emotivo dettato da fattori d'atmosfera per un periodo sufficiente di tempo. E dovrebbe essere soprattutto quest'ultimo, a mio giudizio, il cuore pulsante della struttura di ogni film propriamente horror che si rispetti.

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