Eccomi qui, che mi rigiro tra le mani questo CD nuovo fiammante che ho acquistato come regalo di compleanno per un mio amico e che gli consegnerò tra qualche giorno.

Un gran bel regalo, non c'è che dire. Geri Allen, "The Life Of A Song", del 2004. Il ritorno della grande pianista dopo cinque anni che non incideva a proprio nome, in compagnia di una sezione ritmica coi fiocchi: Dave Holland al contrabbasso, Jack De Johnette alla batteria. Che formano, assieme alla nostra, un trio jazz di quelli "super".

Guardo la copertina. Però che bella foto. E come si mantiene in forma la signora Allen, nonostante l'età non sia più verdissima. Una splendida, elegante signora con uno sguardo magnetico ed un sorriso che ha un che di Leonardesco. Ehi... Sembra che stia guardando proprio me...

Quasi quasi rompo il cellophane. Sono curioso di vedere il booklet. Ma non sarà poco gentile nei confronti del mio amico? Lo conosco da una vita, glielo potrò pur dire: "Ero curioso di vedere il booklet, l'ho aperto". E che sarà mai?

Che lusso, ragazzi. Confezione raffinatissima, all'interno c'è una foto di Geri che è anche meglio di quella in copertina. Vabbè, adesso che l'ho aperto lo posso anche mettere nel lettore. Mica si rovina se lo ascolto una volta! Oh, è pure un Super Audio CD... Senti come suona... Certo che alla Telarc ci sanno proprio fare con le registrazioni...

Al primo ascolto, si percepisce una brava pianista jazz che ha appreso a puntino la lezione dei suoi maestri: Powell, Monk, Hancock. Ma non è tutto qui. La Allen ha la peculiarità di nascondere ed avvolgere prodigi di bravura e guizzi di genialità in ammalianti volute sonore, all'apparenza innocue, ma, a ben ascoltare, in perenne tensione verso un mondo più astratto e complesso. Come ad esempio in "Mounts And Mountains", una jarrettiana esplorazione della geografia dei sentimenti, splendida.

Certo, gli anni che passano e la raggiunta maturità le hanno fatto abbandonare lidi più sperimentali. Geri rimane rigorosamente "dentro": niente oblique divagazioni intellettuali o rabbiose esplosioni free, ma una classe immensa al servizio di una rilettura personale delle più belle pagine del jazz di tutti i tempi. In "Lush Life" dimostra di avere ben presente l'Ellington pianista, e poi.. Eh no, anche "Dance Of The Infidels" di Bud Powell no... Questa donna mi vuole morto...

E ancora, momenti danzanti, gospel ed echi del sound Motown, come in "Holdin' Court". Il disco si chiude con un "Soul Eyes" (di Mal Waldron) da sogno, ammorbidito da una cospicua sezione fiati.

Ma chi è l'idiota che si potrebbe separare da questo CD?

Beh... in fin dei conti, pensandoci bene, questa musica incontrerà in tutto e per tutto i gusti del mio amico? Mi sembrava che lui preferisse una musica un po' più ruvida e diretta... Magari più sperimentale... Sarò il caso di pensarci un altro po'. Magari mi viene in mente un regalo un più adatto a lui... Ma non sarà un poco da vigliacchi tenermi per me questo ben di Dio?

Oh, Geri... D'accordo, hai vinto tu. Ti tengo. Adesso sono tutto per te: fa' di me ciò che vuoi!

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