I gemelli Elliot e Beverly Mantle rappresentano, in buona sostanza, la massima espressione del doppio: del tutto identici dal punto di vista fisico (interpretati da un Jeremy Irons col dono dell'ubiquità, forse mai più così grande), entrambi stimati ed apprezzati ginecologi, quasi la perfetta aderenza di due esistenze in un unico essere.

Eppure questo totale sovrapporsi cela profonde differenze caratteriali e psicologiche che il semplice ricorso ai medesimi vestiti (come avviene nelle primissime scene) non può cancellare. Almeno nella prima parte del film, infatti, i due gemelli ci vengono presentati come profondamente diversi l'uno dall'altro. Da una parte Elliot: cinico e spregiudicato, ma brillante ed estroverso, certamente la metà "forte" dell'entità Mantle. Dall'altra Beverly (quello con il nome da donna, ma che "si scrive diversamente"), goffo e impacciato, ma molto più dotato nel campo della ricerca medica. Almeno inizialmente, però, fra i due pare vigere un "ecosistema" perfetto e totalmente autarchico, precluso a soggetti esterni, fondato su una sorta di tacito (ma nemmeno troppo) accordo per il quale ciascuno ha la propria parte della e nella vita dell'altro ("Tu non hai avuto alcuna esperienza che non abbia avuto anch'io. Tu non hai scopato con Claire se non ne parli con me!" ).

A spezzare l'idillio di questa "duplice unità" sarà una donna: Claire, avvenente attrice afflitta da una rarissima malformazione all'utero (una triforcazione), che instaurerà una relazione con entrambi i fratelli nell'erronea convinzione che siano un'unica persona. Lei stessa è la prima mutazione, l'"elemento di confusione nella saga dei fratelli Mantle. Probabilmente un elemento distruttivo". Sarà proprio lei a rompere ("mordendolo", nell'unica scena in cui fa la sua comparsa la "carne cronenberghiana" nella sua tipica rappresentazione), quel ponte di carne invisibile e deforme che tiene legati i due fratelli.

Ecco allora che Beverly, la parte dimessa e compiacente, comincia, a sua volta, la propria personale e progressiva mutazione (la seconda): non è più disposto a dividere tutto col fratello, vuole tenersi qualcosa che sia di sua esclusiva proprietà, non sopporta di dover condividere con lui persino l'amore che prova per una donna. Ed ecco che quella che inizialmente era un'unica linea retta, data dal perfetto sovrapporsi e combinarsi delle vite dei due fratelli inizia a biforcarsi, trasformandosi progressivamente in una specie di ellissi. Beverly ben presto si fa trascinare dall'amante in un vortice di droghe e sentimenti paranoici che non gli fanno più cogliere la realtà in maniera oggettiva. Inizia la terza mutazione, quella più profonda e drammatica, quella che, pur nascendo come fenomeno puramente psichico nella mente del protagonista, si riversa nella realtà che lo circonda: per Beverly tutto le pazienti iniziano ad essere dei mostri, come se in ciascuna di esse si riversasse parte della malformazione di Claire ("Le pazienti sono sempre più strane. All'esterno sono normali.. ma all'interno.. sono deformi"), la stessa tecnologia (intesa come massima espressione e manifestazione fisica della mente umana), gli innovativi strumenti ginecologici grazie ai quali i fratelli Mantle hanno acquisito fama e successo, diventano poco più che contorti attrezzi di tortura medievale (un po' come quelli dei titoli di testa), aborti di una mente disturbata e mutata.

A questo punto Cronenberg avrebbe potuto, prevedibilmente, dare libero sfogo a quel suo tipico registro gore e visionario, a quel suo essere "orrido" che col tempo è divenuto un po' il suo marchio di fabbrica. E, invece, uno degli aspetti più interessanti di "Inseparabili" sta proprio nella pressoché totale rinuncia alle scene truculente e/o disgustose. L'impossibilità di discernere il mondo vero da quello prodotto dalla mente progressivamente deviata di Beverly rimane un qualcosa di totalmente imperscrutabile per lo spettatore: come possiamo avere la certezza che le pazienti di Beverly non soffrano davvero di una qualche deformità fisica? Quali sono, concretamente, le mutazioni che angosciano tanto il protagonista? Nulla ci viene detto e nulla ci viene mostrato.

È come se, per questa volta, la realtà non avesse bisogno di essere deformata per apparire in tutta la sua mostruosità. È come se, per questa volta, bastasse rappresentare fino a che punto può giungere la morbosità e quel misto di amore-conflitto che lega i due fratelli/doppi. Proprio nelle sequenze finali, infatti, Elliot decide di non lasciare solo il fratello nella propria autodistruzione, abbandonandosi volontariamente alla medesima mutazione: l'ellissi si chiude, si ricostituisce quella perfetta sovrapposizione delle due esistenze che si era avuta nelle primissime scene (tant'è che i due ricominciano a vestirsi e muoversi in pratica all'unisono). E il tutto avviene senza effetti visivi, senza allucinazioni o trucchi cinematografici, ma semplicemente mostrando i due fratelli vittime dello stesso decadimento fisico e psicologico.

Forse perché la peggiore delle mutazioni è quella che lascia integro il corpo, ma stravolge la mente, tanto che nemmeno la morte può cancellarne gli effetti.

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