Forse ancora molte persone non hanno capito che molte azioni potrebbero subentrare in uno di quei fattori che non si prende mai in esame ma che gli individui potrebbero servirsi in momenti opportuni della giornata. La devianza, già dal nome stesso lascia presupporre una carattere negativo e che è inversamente proporzionale alle norme generali di un qualsivoglia Paese Internazionale. Per devianza intendiamo quel processo mediante il quale noi, esseri umani dotati di ragione ed intelletto, interveniamo in una società, o su un determinato individuo, attraverso azioni personali che deviano le norme generali di comportamento ed imboccano una di quelle strade nelle quali si va incontro a una qualche forma di sanzione. <.. ci posso credere, ignoti mi hanno rubato l'auto. L'avevo parcheggiata lungo il corso per raggiungere, in compagnia della mia ragazza, il cinema e passare un pomeriggio differente. Non mi era mai accaduto>>. I delinquenti hanno commesso un atto deviante, andando non solo contro quanto scritto nella Costituzione Italiana ma contro il proprietario dell'auto. Analizziamo attentamente la frase "Non mi era mai accaduto". Pensate che rubare un auto sia un'impresa abbastanza semplice o semplicemente un atto che avviene spesso e volentieri? E' un atto che richiede prudenza e, se riuscito, urta gravemente la coscienza comune, perchè noi lo consideriamo vandalo o ancora meglio e più semplicemente criminale. Ma ricordate, la devianza non è soltanto quel processo che va contro la legge o che urta gravemente l'opinione pubblica. Forme di devianza sono comportamenti che deviano quello comune. Ultimamente ho assistito a tipi di comportamento che hanno urtato la coscienza non solo di un individuo ma anche della collettività in generale. Escludere una persona, mancare di rispetto, tirare un pugno, introdurre un discorso poco gradito dalla maggior parte della gente sono tutte forme di comportamento nonchè di devianza che ostacolano quelle che sono le nostre aspettative: si ha il ribaltamento del pensiero che impostiamo su di una qualsivoglia persona, che abbiamo conservato nella nostra mente e che in qualche modo ci occorre ogniqualvolta sentiamo l'estremo bisogno di rappresentare quella persona: 1 <.. riuscita nell'impresa di sollevarmi di morale. (conclusione) Non sapete cosa io stia passando (prefazione), soltanto lei l'ha saputo e ha fatto di tutto per entrare nel discorso e cercarmi di aiutare (svolgimento)>> 2 <.. modo che io non mi sarei mai e poi mai aspettata. (conclusione) Non sapete cosa io stia passando (prefazione), lei non si è proprio interessata e ha cercato a più riprese di cambiare discorso (svolgimento)>> E' inutile che io vi dica che c'è una bella differenza "di come siano andati i fatti" ;). Nel primo assistiamo ad un tipo di comportamento riuscito nonchè di notevole fattura ed aiuto nei nostri riguardi. Il secondo è semplicemente deviante e che giustamente ha urtato gravemente le nostre aspettative. A seconda delle situazioni INVOLONTARIAMENTE noi attribuiamo sanzioni o ricompense nei confronti della società che ci circonda. Per la definizione di entrambi ritornate in uno dei miei interventi precedenti. Oltre ad essi vi sono anche le stroncature. Comportamenti pessimi, di cattivissimo gusto e che urtano irrimediabilmente la coscienza comune fanno sì che noi, essendo padroni del nostro "Io", decidiamo di allontanarci da persone che o volontariamente o involontariamente li hanno adottati o li adottano a più riprese. <.. ho avvertito che uno di questi ha fatto di tutto pur di escludermi. Siamo entrati in un bar, ha offerto a tutti tranne che a me. Ma non solo, siccome lui è uno con il quale non vado molto d'accordo, ho tentato di intrattenere un discorso con gli altri ma quest'ultimo non mi ha dato la possibilità che ciò avvenisse, mettendo alla fine in risalto il disprezzo che prova nei miei confronti sia "simbolicamente" (con gesti discriminanti diretti ai suoi amici e che volevano beffare sia il mio "Io" che il "Me") che "verbalmente" (con battutine poco piacevoli)>> Sono sempre forme di devianza, che entrano in contrasto con la coscienza dell'individuo e che lo pongono talvolta in situazioni di soggezione o discriminazione. Non vorrei sembrare banale, ma siccome l'intervento è mio e non voglio che risulti obiettivo e concreto in tutto il contesto, penso che in tutto il mondo siano maggiormente le correnti di destra, o meglio quelle società totalitarie ad adottare più forme di devianza di quanto lo facciano le altre. [...] Altre forme di devianza, connesse alla vita abituale che svolgiamo quotidianamente: <..> Certo se stiamo a casa nostra potremmo anche modificare il nostro comportamento (: Ma immaginate che noi abbiamo avuto la fortuna di essere invitati ad una cena, offerta dai più ricchi capitalisti del paese. Ci comporteremo come facciamo abitualmente a casa nostra oppure adotteremo comportamenti, dei quali il nostro "Io" poco si interessa e non vede l'ora di ritornare nei panni quotidiani ed abituali? Perchè migliorare il nostro carattere quando il nostro "Io" si sente in difficoltà e privilegiamo soltanto quello che è il nostro "Me"? Apparire dinanzi agli occhi di chi possiede un "Io" ed un "Me" differente è di notevole importanza in una società come la nostra. C'è chi ha più stima di sè stessi, c'è chi ne possiede di meno, in base soprattutto alla capacità di socializzazione e al "potere" che si ha nelle mani. IPOTESI: Facciamo finta che nel bel mezzo di quella stessa cena un proletario e un capitalista abbiano fatto una battuta poco gradita. Come reagirebbero a ciò gli altri invitati? Qualcuno mi dice che la maggior parte della gente tollererebbe maggiormente il comportamento del signorotto capitalista ai danni del giovane proletario. Ma perchè tutto questo? Perchè? Wow, facile, presupporremmo molto probabilmente. Il capitalista appare a priori come un signorotto sicuro di sè, capace in diversi settori della vita quotidiana e benestante dal punto di vista economico. Tuttavia gli viene tollerata quella battutaccia. Conclusione? Finita la cena proletari e capitalisti gli parleranno alle sue spalle raccomandandosi accuratamente e vicendevolmente che egli non venga mai a sapere di tutto ciò. Da tenere presente che le loro discussioni non entrerebbero mai nel volgare pesante, per paura che il loro cervello possa mettere in luce un giudizio che potrà venir loro spontaneo di mettere in rilevanza in sua presenza. E se quella battutaccia "fosse scappata" ad un giovane proletario come reagirebbero? Sicuramente un proletario come lui, terminata la cena, si congratulerebbe con quest'ultimo dicendogli amichevolmente: <.. mano, stammi bene ;)>>. Ed un capitalista? Questo si rassegnerebbe, sapendo già in anticipo, che essendo stato un proletario a compiere un simil gesto, essi sono considerati, a priori, inferiori sia dal punto di vista sociale che da quello economico. Da tenere che IO NON RAGIONEREI COSI': "ciononostante queste tesi sono in funzione nel mondo in cui viviamo". Ma chi ci dice invece, se ragioniamo attentamente, che un proletario debba essere per forza inferiore in diversi settori della vita quotidiana rispetto ad un capitalista? Chi ci dice che un proletario sia abituato ad un tipo di comportamento piuttosto mediocre nei confronti di un capitalista? "E' il futuro che ci destina e colloca in uno dei due settori. Accetterò entrambi pur di continuare ad essere sempre me stesso, incorrere quanto meno in una di quelle devianze che non farebbero altro che ostacolare le norme generali di comportamento quotidiano e lotterò contro questo sistema di intendere a priori ed erroneamente ogni modello culturale, ogni giudizio, ogni attimo di situazione." [cit darkHaem] Detto questo concludo indicandovi diversi tipi di devianza. Ma prima di far ciò introduco altri due fattori di notevole necessità affinchè la devianza venga concepita in sè e al meglio. Il concetto di meta culturale e quello di mezzo istituzionalizzato. La meta culturale corrisponde al nostro modo di interagire con la società, cercando di raggiungere nel migliore modo possibile i nostri obiettivi futuri. Il mezzo istituzionalizzato è il modo attraverso il quale raggiungiamo questi obiettivi e risponde ovviamente alla domanda "come?" Il primo modo di adattamento alla vita che conduciamo tutti i giorni è la conformità e comporta l'accettazione sia delle mete culturali che dei mezzi istituzionalizzati. Il giovane che ha ricevuto una buona istruzione, che trova un buon lavoro e che fa la carriera giusta accetta tanto l'obiettivo del successo economico quanto i mezzi legittimi per ottenerlo. Si noti che la conformità è l'unico modo di adattamento non deviante. Invece il primo modo di adattamento deviante è l'innovazione, che comporta l'accettazione delle mete culturali ma il rifiuto dei mezzi istituzionalizzati. Per ottenere la ricchezza l'innovatore usa sistemi nuovi, spesso illegittimi: l'organizzazione criminale, il ricatto, l'appropriazione indebita Un secondo modo di adattamento deviante è il ritualismo, che comporta il rifiuto delle mete culturali ma l'accettazione, a volte esagerata e ossessiva, dei mezzi istituzionalizzati. Il burocrate aziendale finisce per soffocare ogni iniziativa in un mare di carte e rischia di impedire il raggiungimento dell'obiettivo principale: quello del profitto. Un terzo modo di adattamento deviante è la rinuncia, che comporta il rifiuto sia delle mete culturali che dei mezzi istituzionalizzati. Gli esempi più ovvi di rinuncia sono costituiti dagli emarginati: vagabondi, alcolizzati, psicotici e tossicodipendenti. L'ultimo modo di adattamento deviante è la ribellione, lettori, che comporta il rifiuto sia delle mete culturali che dei mezzi istituzionalizzati come nel caso precedente, ma anche la loro sostituzione con nuove mete e nuovi mezzi. Ma da dove potrebbe derivare la devianza? Amici, ammetto che vi siate stancati di leggere l'opinione di darkHaem ma fate ancora un piccolo sforzo, ci tengo a questo intervento più di me stesso. Non vorrei sembrare superiore in nessun modo, sono un libero pensatore, che se la cava benino a scrivere e a raccontarvi una delle sue tante barzellette ;) (a volte molto nichilistiche). La devianza deriva da tanti fattori, da molteplici, che non finirete quasi quasi mai di leggere; tuttavia ve ne riassumo alcune. La devianza deriva da particolari tratti fisici, da una particolare costituzione fisica, della mancanza di norme e leggi in una società, da rapporti sociali assenti, fragili o conflittuali, dalla debolezza del legame fra individuo e società, dal contrasto tra mete culturali e mezzi istituzionalizzati, deriva dai conflitti tra le norme delle subculture e quelle della cultura dominante, dalla ribellione alle norme imposte dalla classe dominante. La devianza è un tipo di comportamento che si discosta dalle norme generali comuni a tutti e a causa di esso l'individuo che lo mette in atto può venire isolato o sottoposto a trattamenti curativi, correttivi o punitivi. Vi ringrazio se avete avuto la pazienza di leggere tutto, non posso far altro che volervi bene. Spero di migliorare per il 2009, che l'università mi possa dare ancora di più anche se non sto frequentando molto. Per ora questo rimane uno dei migliori interventi che io stesso abbia mai realizzato. Ovviamente ci son ancora molte lacune da soffocare in maniera determinante e sicura. N.B. Questo intervento è dedicato anche a tutti coloro che, arrivati ad una certa età, ancora "non sanno vivere" e "non sanno ammettere i propri errori".
Saluta con gioia!

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I saluti che quest'utente ha voluto ricevere
  • MrDaveBoy73
    2 feb 20
    poi leggo bene tutto,
    leggo un paio di libricini,
    e mi ci raccapezzo sulla devianza ,
    che io seguo dalla nascita....
     
    • Bartleboom
      3 feb 20
      Risparmiatelo! E' solo uno stupro sintattico, pescato dal blog di un derelitto che mi stracciava le palle su ogni recensione (parliamo di, boh, 10 anni, 2 figli e un centinaio di rate del mutuo fa!). Probabilmente adesso insegna italiano in qualche liceo...
  • MrDaveBoy73
    2 feb 20
    l'aspettativa è il male del secolo , dopo il cancro e la SIDA
     
  • Tucidide
    28 feb 19
    Ciao Bartle, sto scrivendo una cosa e vorrei copiaincollare un tuo commento ad una rece di Algol, dove parlavi di Radio Sportiva, facendomi godere come un riccio. Vero che mi dai il permesso?
     
    • Bartleboom
      28 feb 19
      Io ti benedico. Fanne ciò che vuoi. Ma se ci guadagni dei soldi, offrimi una pizza. Bacioni.
    • Tucidide
      2 mar 19
      Zero guadagno, è per Debaser. La pizza te la offro a prescindere, se passi a Torino;))
  • Cervovolante
    21 nov 18
    Ciao mi puoi spiegare cosa sta succedendo con le mie recensioni che vengono reolarmente cancellate
     
    • Bartleboom
      21 nov 18
      Ciao caro. A quanto ho capito, sono state cancellate perchè sono risultate essere già state pubblicate su altro sito (tale Ver Sacrum punto com). Cordialità vivissime!
  • serenella
    31 ott 16
    Devianza in architettura:
    1. un'anta semi aperta (o semichiusa); 2. comunque una diagonale; 3. un cubo che diventa sfera; il "grande vetro" di Duchamp -forse non c'entra ma ci sta bene lo stesso- ; l'interno della grande stanza dove Velázquez dipinge "Las meninas" -dovrei spiegarlo ma in questo momento non c'ho molta voglia- ; stupidità ambientale e costruttiva; fast food; L'Unitè d'habitation di Le Courboiser a Marsiglia; etc.
    Ti saluto con gioia facendoti gli auguri per la tua presenza all'università che, grazie al tuo umorismo e brillante eloquenza ci può senz'altro guadagnare, noi ci accontentiamo del tuo intervento. Non ho ancora capito se ci prendi per le "dernière" o sei solo geniale. Ciao, Serenella
     
  • sotomayor
    1 mag 16
    Ti saluto con gioia!

    Ps Sono il buon vecchio, soprattutto 'vecchio', carlo cimmino in una veste tutta nuova, ma sempre stilosa.
     
  • enbar77
    26 ott 15
    Ciao Bartolomè!!!
     
  • De...Marga...
    22 giu 15
    Ola buon Bartolo!!! E' da un po' che non frequenti il sito: tut a post? Alegar dall'Ossola.
     
  • Flo
    25 mar 15
    Io non so come fosse possibile che ancora non ti deamassi. Potrai mai perdonarmi?
     
  • east of eden80
    11 gen 15
    buttami fuori merda figlio di una troia
     
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