Cosa disse Leonardo da Vinci dopo avere dipinto "La vergine delle rocce"?
Cosa disse Michelangelo dopo avere scolpito il David?
Cosa disse Frank Lloyd Wright dopo avere progettato il Guggenheim?

Più o meno quello che ha detto Jenna Jameson subito dopo avere terminato le riprese di "Breast Obsessed"...
"E adesso che cazzo faccio?"

Ed è più o meno quello che deve essere passato per la mente del team realizzativo della saga bondiana all'indomani di "Missione Goldfinger".

Siamo nel 1965 e il brand del maniaco sessuale al servizietto segreto di Sua Maestà è compiutamente delineato ed è oggetto di un successo interplanetario credo senza precedenti.
Il pubblico, ormai, sa cosa aspettarsi da un film di 00semantica: azione mozzafiato, locations mozzafesta e passerone mozzafallo. Il problema, quindi, è quello di proporre qualcosa di nuovo per mantenere vivo l'interesse del pubblico, pur rimanendo fedeli al marchio di fabbrica venutosi a definire con i primi tre film.
Forse nella consapevolezza che una ulteriore esasperazione/esagerazione dei toni e delle soluzioni narrative avrebbe rischiato di far degenerare l'intera saga nella autoparodia (o, peggio ancora, nella comicità involontaria), si opta per un film che, di per sè, nulla aggiunge al canone, limitandosi a fornirgli una veste ancora più sicura ed elegante grazie non solo ad un budget ancora superiore, ma soprattutto all'esperienza e al successo delle pellicole precedenti.

In "Thunderball: operazione tuono", la sensazione da "pilota automatico inserito" è palpabile sin dall'introduzione che, ormai giunti al quarto espisodio, è elemento distintivo della saga:
- sequenza gunbarrel;
- scena iniziale con piccolo shock per lo spettatore (morte del finto Bond in "Dalla Russia con amore", bagno nell'oro in "Goldenfinger", funerale di Bond qui);
- titoli di testa proiettati su corpi di donne, che sotto sotto lo sai che non sono davvero nude, ma non puoi fare a meno di osservarle senza sbattere le palpebre nemmeno una volta, mica che magari ci scappa un capezzolo;

Allo stesso modo, Connery, ormai, recita a braccio.
Sono praticamente certo che, arrivati a questo film, i suoi copioni hanno finito per assomigliare molto all'elenco delle azioni del Cicciobello, tipo:

Scena 1 – Interno clinica – giorno:
- picchiare cattivo con tatuaggio;
- scoprirsi il glande;

Scena 2 – Ufficio di M - giorno;
- flirt con Moneypenny;
- battibecco con M;
- flirt con Moneypenny;

Scene dalla 3 alle 574 - non importa se di giorno o di notte, tanto è uguale:
- picchiare i cattivi;
- penetrare ogni essere vivente, perlomeno senziente, non necessariamente consenziente;
- il comodino non è senziente;
- penetrarlo lo stesso;

Sempre nel segno della tradizione è il ritorno dei miei eroi: la SPECTRE!
Dopo la breve pausa in "Goldfinger", il Numero 1 e il suo grosso gatto, tutto da accarezzare, tornano più fighi che mai.
Si viene, infatti, a sapere che hanno una sala riunioni bellissima, gigante (veramente gigante!), in cui i numeri dall'1 al 12 si incontrano periodicamente per fare una specie di "approvazione del bilancio a consuntivo".
In pratica è una riunione di condominio.
Solo che al posto dell'amministratore c'è uno che si accarezza il gatto davanti a tutti senza mai farsi vedere in faccia.
Al posto dei condomini, ci sono dei rispettabilissimi uomini d'affari dediti alle peggiori nefandezze nei campi del Controspionaggio, Terrorismo, Ritorsioni e Estorsioni e ognuno è chiamato a dire quanti soldi è riuscito a portare nelle casse della organizzione (geniale il "Consulenza per rapina a treno postale inglese, 250mila sterline").
Poi, se viene fuori che qualcuno non ha rispettato i turni di pulizia delle scale o se ha sbagliato a portare giù l'organico e mo c'è una puzza che non si respira o, ancora, ha provato ad incularsi i soldi dello spaccio di eroina, l'Amministratore condominiale può sempre decidere di fargli un richiamo verbale oppure di arrostirlo sulla sedia elettrica davanti a tutti, a monito per i suoi colleghi che dovessero avere anche solo pensato di fare lo stesso.

Giusto per restare in tema: Adolfo Celi, nei panni di Emilio Largo, è un cattivo magnifico.
E' quasi palpabile il feroce risentimento che prova nei confronti di Bond, non fosse altro per la facilità con cui è entrato nelle grazie e nelle grandi labbra di Domino, eppure la sua interpretazione è molto misurata, raramente sopra le righe, quasi a tracciare un solco con il personaggio grottesco e, a tratti, quasi ridicolo di Auric Goldfinger.
Da notare, tra l'altro, come il regista, alla prima apparizione dell'attore, decida di omaggiarne le origini italiane facendolo parcheggare in divieto di sosta.

Come si sarà intuito, "Thunderball" è il capitolo che, finora, mi è piaciuto meno.
Ci sono delle cose molto fighe, come la già citata riunione dei vertici della SPECTRE (o la sua contropartita: il rendez vous degli agenti segreti di tutta Europa), l'interpretazione di Celi, la surreale fuga in jetpack nella scena iniziale, la ancora più surreale scena finale del salvataggio (piuttosto ghignosa la faccia perplessa di Domino mentre Connery si infila un tubo nel deretano per gonfiare il pallone) e alcune battute di Bond sono tra le migliori che gli ho sentito dire in quattro film, come ad esempio:
Moneypenny: "Tutti gli agenti speciali d'europa sono stati convocati e c'è anche il ministro degli interni"
Bond: "Sua moglie avrà perso il cagnolino".

Ma è il bilancio finale del film che, pur essendo sicuramente positivo, non fa gridare al miracolo.
"Thunderball" è, in pratica, il livello acquatico di un videogioco platform tipo Super Mario Bros o Sonic.
Non che non sia divertente, di per sè.
Ma è senz'altro meno divertente degli altri livelli sulla terraferma.
In generale, manca un po' di ritmo e, in alcuni passaggi, mi sembra che la si sia tirata un po' troppo per le lunghe.
Le scene acquatiche, in particolare, saranno anche bellissime e frutto di mirabolanti effetti speciali che per l'epoca facevano girare la testa a tuttti tipo l'esorcista, ma oggigiorno fanno soprattutto due thunderballe così. Il combattimento subacqueo nel finale è estenuante: ad un certo punto, ho pensato che si fosse inceppato il file e che VLC mi stesse facendo rivedere in loop le stesse identiche scene da 4 ore.
Se poi ci aggiungiamo un tema musicale che non è esattamente "Maracaibo, mare forza 9, andare, sì, ma dove? ZA! ZA!", il rischio sonnellino involontario è dietro l'angolo.

Insomma, volendo tirare le fila, siamo comunque al cospetto di un buon episodio della saga, che si distingue per un ottimo comparto "cattivi", ma che, a ben vedere, si rivela essere un capitolo interlocutorio, che nulla aggiunge a quanto già si era visto.

Volendo, invece, tirare il filo della mutanda, veniamo (verbo quanto mai azzeccato) a parlare della oggettivamente molto bella Claudine Auger nei panni della sfortunata "Domino".

Ehhhhh... anche qui sono un po' in difficoltà.
Diciamo subito che il nome "Claudine", e in generale i nomi francesi, mi intriga di brutto.
Dico "Claudine", e immediatamente mi viene in mente una giovane studentessa birichina che non indossa le mutandine sotto una leggera gonna di cotone color pastello, in una calda giornata di primavera inoltrata.
Dai, lasciami stare Claudine... Non vedi che sto lavorando?
No, non mi va di ballare, ti prego...
E poi cosa penserebbe tuo padre, se ci vedesse?
Lo sai che è il mio capo e si fida molto di me...
Mi ha anche chiesto di fare compagnia a tua madre in quella vacanza in barca...

A parte i sogni umidicci, la Auger è davvero molto bella.
Cosce lunghe, poppe medie.
Leggerissimo strabismo di venere all'occhio sinistro.
Un neo vicino all'angolo destro della bocca che potrebbe facilmente diventare pretesto per giochi erotici molto raffinati ed elegantissimi facials.

Non a caso è stata eletta Miss Francia nel 1958.
Il problema è che il suo personaggio non è caratterizzato benissimo, manca un po' di mordente, di spessore. Non si percepisce una reale sofferenza per il suo essere, di fatto, prigioniera di Largo, nè un vero odio nei confronti dell'uomo che le ha ammazzato il fratello.
E a chi, come me, ha ancora fresca negli occhi l'esuberanza toracica di una Pussy Galore, o l'elegante propensione alla sottomissione di una Tatiana Romanova, non bastano due cosce che leccheresti e ciucceresti tutta la notte come fossero due calippi giganti al gusto bonazza per evitarti l'ultimo posto della classifica. "Best Boom Bond Pussies"

E a questo proposito:

"Best Boom Bond Movies"

1) "Dalla Russia con amore";
2) "Goldfinger";
3) "Licenzia di Uccidere";
4) "Thunderball: Missione tuono";

"Best Boom Bond Pussies":

1) Daniela Bianchi – Tatiana Romanova;
2) Honor Blackman – Pussy Galore;
3) Ursula Andress – Honey Rider;
4) Claudine Auger – Dominique "Domino" Derval;

Prossimo appuntamento: "Agente 007 – Si vive solo due volte".

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