Ormai è ufficiale: mi sono preso una cotta pazzesca per i King Bong.

Sono in tre, vengono da Milano, e sul loro myspace è possibile scaricare gratuitamente il loro primo album "How I Learnerd To Stop Worrying and Love The Bong": quattro jam strumentali improvvisate e registrate in presa diretta in un unico "take" in cui si mescola tutto quello che mi piace... Stoner, doom e tanta, tantissima psichedelia. Ma anche tempi dispari, funky, chitarroni medal, e un "intermezzo" di puro blues "in avanzato stadio di decomposizione".

Morale della favola: giro di una settimana, ed ero già il loro maggior ascoltatore su Lastfm.

Nell'attesa di rimbambirmi del tutto e mettermi a tappezzare i muri di Abbiate Grasso con la scritta: "Io e te, tre metri sopra il Bong", ho chiesto loro di rispondere alle debaseriane Faiv Questions.
Fortunatamente, si sono rivelate persone tanto comprensive da soprassedere sulla mia totale incapacità di formulare delle domande anche solo vagamente intelligenti-interessanti.

E' proprio vero che l'amore è una cosa meravigliosa...


1) Domanda doverosa: "chi siete?" nel senso di: da dove venite, da quanto suonate insieme, precedenti esperienze musicali, precedenti penali, etc etc...

"Dunque, vediamo. Siamo tre amici a cui piacciono i Black Sabbath. E un sacco di altre band che hanno ascoltato i Black Sabbath.
La cosa è iniziata tutto sommato poco seriamente, poi piano piano abbiamo visto che funzionava. Già dopo le prime jam eravamo stupiti del fatto che tutto filasse così liscio e ci siamo intestarditi nell'andare avanti.
Suoniamo assieme da un anno e mezzo, dalla primavera del 2008. In passato erano già capitate occasioni per collaborare, ma erano state sporadiche. Andrea è anche chitarrista dei Suburban Base, Teo suona in diverse band tra cui Drunk Monkeys Hospital e Sandmen, Alberto suona nei Bones & Comfort. Insomma, potremmo quasi dire che questo è un progetto parallelo, come i musicisti veri! In realtà, ognuno di noi crede un sacco in questo gruppo e in tutti quelli in cui suoniamo, la musica è sempre in primo piano nelle nostre priorità.

Ah, ovviamente siamo anche adepti del Re Bong, delle sostanze che permettono di raggiungere altezze estreme e ci impegniamo a onorare la nostra fede."


2) Ho letto che il vostro album è frutto di un'unica seduta di registrazione... in pratica 4 "Take one" improvvisati. Posto che il vostro rimane un discone con le balle di marmo, ditemi: è davvero andata così?
Davvero faccio fatica immaginarvi che vi incontrate al sabato pomeriggio in sala prove e uscite dopo 3/4 d'ora con "How I Learnerd..." sotto il braccio... Raccontateci un po' com'è andata.

"Eheh, invece è andata così, ed era proprio un sabato pomeriggio!
A parte Zomblues, che è stata registrata a parte, i tre brani "principali" sono dei take singoli, registrati in presa diretta. Non ci sono sovraincisioni, quello che trovate sul disco è quello che avrete a un nostro concerto. Il fatto che improvvisiamo parecchio rende impossibile il registrare separatamente, possiamo farlo solo così e tutto sommato pensiamo che sia anche il modo migliore.
Zomblues invece è stata un'aggiunta successiva, per far prendere fiato durante l'ascolto. E ci piaceva l'idea degli zombi che si piazzano attorno al fuoco e suonano il blues, però male visto che gli cascan le dita...
"

3) Il vostro album è scaricabile gratuitamente dal vostro miospazio. E' stata una scelta obbligata (chessò, per la difficoltà di trovare un distributore...) oppure una scelta "cercata e voluta" fin dall'inizio?

"Dunque, in realtà metà e metà. Diciamo che il discorso è più ampio: nessuno di noi tre si illude di poter fare dei soldi con un gruppo come i King Bong. Il nostro obiettivo è farci ascoltare da più persone possibile, perché ricevere commenti, critiche, complimenti e mutandine via posta è la cosa più bella. Abbiamo pensato che il modo migliore per raggiungere il pubblico fosse vendere il cd a un prezzo umano ma con una confezione carina e renderlo scaricabile dal nostro sito.
Questa è la nostra semplice filosofia, il che non vuol dire che non siamo in cerca di un'etichetta: averne una alle spalle significa poter registrare meglio la nostra musica e farla arrivare a più persone. Se mai riusciremo a trovarne una interessata a noi, cercheremo comunque di offrire gratis jam e registrazioni live.
"


4) Sempre circa il fatto che il vostro disco sia scaricabile gratuitamente dal vostro myspace. ...prendete quello che sto per dire più come una riflessione che come una vera e propria domanda. Penso che internet e in generale le nuove tecnologie abbiano per certi versi dato nuova linfa al discorso D.I.Y.: oggi più o meno ogni band ha la possibilità di autopromuoversi e di farsi conoscere senza la necessità di un contratto o di appoggiarsi ad un distributore-etichetta etc. La non necessità di un "supporto fisico" per la circolazione della musica ha fatto/farà il resto. Il risvolto della medaglia, però, è che sempre meno gente è disposta a "pagare" per la musica. I dischi non si vendono più e pure i fan accaniti iniziano a storcere il naso di fronte ai prezzi astronomici dei biglietti per certi grandi nomi... Secondo voi c'è del buono in questa situazione oppure il fatto che fare musica non sia più considerato un "lavoro per cui essere (giustamente) pagati" rappresenta una minaccia?

"Urgh, qui si rischia di aprire una discussione fiume!
Allora, Internet ha cambiato il mondo della musica: può piacere, può non piacere, tanto ormai è lì. Ha alzato il livello rendendo visibili le band underground valide? L'ha abbassato, offrendo spazio anche ai peggio cani? Sì a entrambe le cose: il risultato è una frammentazione del panorama e un nuovo modo di fruire la musica.
Probabilmente ora come ora questa rivoluzione sta ancora assestandosi, quindi rispondiamo in modo democristiano che non ne sappiamo un cazzo e potrebbe succedere di tutto. Tiè, ci siamo salvati.
In realtà, una cosa la sappiamo: vuoi perché è difficile emergere con questa musica, vuoi perché il pubblico non è più abituato a pagare per la musica, noi sappiamo che non ci manterremo mai come King Bong. Gli album li paghiamo di tasca nostra, la strumentazione pure e così fanno migliaia di musicisti. Non pensiamo che le cose cambieranno, quindi diciamo che ci siamo adattati e cerchiamo di sfruttare la situazione al meglio, accettando le problematiche di Internet e sfruttandone Internet e le risorse per ottenere un pubblico più ampio."

 
5) Magari mi sbaglio, ma la scena italiana heavy-psych non è poi messa così male... Tra Ufomammut, El Thule, L'Ira del Baccano, Zippo, Lento... (i primi che mi vengono in mente...). Cosa pensate della scena italiana - siete in contatto con qualche altra band?

"Ne pensiamo molto bene: c'è molto fermento, noi siamo in ottimi rapporti con qualche band, come i Midryasi e i Three Steps To The Ocean, e la scena è davvero prolifica. Questa primavera al Mi Odi abbiamo potuto constatare come l'Italia sia ricca di sonorità pesanti, distorte e propositive e anche di un pubblico a esse interessato. D'estate non si contano più i festival in tutta la penisola che offrono spazio ai gruppi emergenti o più affermati, che siano essi stoner, doom, psichedelici, magutti, semeiuti, rautiti... Il successo di band come Zu, El Thule o Ufomammut può solo far piacere perché vuol dire che, nonostante tutte le critiche, in questo paese l'amore per la musica è ancora vivo. Dobbiamo solo cercare di difenderlo, rafforzarlo e portare sempre più gente ai concerti!"

 

Grazie mille ad Alberto per la pazienza e la disponibilità. 

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