Il violoncello: una delle prove dell'esistenza di Dio. Parafrasi della voce umana, suono autorevole che si riconosce tra mille, strumento antico e al contempo ultramoderno. Una intrinseca fisicità che si traduce nel personalissimo rapporto tra esecutore e strumento, un suonare abbracciandolo, in sintonia con le vibrazioni delle corde e del legno.

David Darling è una figura di culto, un "libero pensatore" della musica e dell'arte. Un musicista estroso e controverso, che alterna sfolgoranti capolavori a dischi da dimenticare. Per fortuna, quando incide con la ECM, ci pensa il saggio patron Manfred Eicher a plasmare la sua creatività sfornando opere austere ma intense, piccoli oscuri gioelli dove il violoncello risplende in tutta la sua inquietante bellezza.

"Cello" si chiama questo lavoro del 1991, e non a caso: solo violoncello, per tutto il disco, a volte acustico a volte elettrificato. In totale solitudine, nei momenti più meditativi, oppure sovrainciso più e più volte, in modo orchestrale. Darling ci trasporta in un'aerea ed evanescente cattedrale gotica, nella quale echeggia una musica ricca di risonanze nascoste, intrisa di mestizia e solennità. Un viaggio dentro noi stessi, ma non aspettatevi una musica che vi addolcisca il cuore. Il conto da pagare è salato: la voce di Darling è pianto, lamento, grido, tocca sempre le corde più cupe della nostra anima, ne svela le zone più in ombra.

Più pianto che sorriso, più malinconia che gioia. Potreste non essere pronti.

Oppure, potreste voler scoprire tutti i colori del cielo d'inverno.

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