Lo so...a ridaje nartra rece so sto disco. Mi è venuta voglia e ispirazione dopo averlo riascoltato più volte. Ora sono pronto per essere il più obbiettivo possibile.
Dopo un nome del genere in copertina con quel pò pò di carriera alle spalle e talento si dovrebbe acquistare a occhi chiusi e senza discutere.
Dopo aver esclamato come tanti YAHUUUUUUUU !! alla notizia del buon David rispolverato, ho dovuto ridimensionare a EEEhhhheee dopo averlo passato nel lettore.
Allora....prontii...cuffie Sennheiser...lettore...tick. PLAY !!E' la mia prassi al primo ascolto.
Dopo 12 anni di esagerato silenzio l'infinita Stratocaster di Gilmour emoziona solo a sentirla appena. Magia del suono e del passato che torna sempre. Ancora peggio per i fans d'annata che perdonano tutto. Ma si..senti che roba. "Costellorizon" non delude. Bel montaggio ad arte di sonorità evocative. Molto meglio di "Cluster One". Bella.. dai. E' lui. VAIIIII !! Le solite poche note piazzate come solo lui fa. Brividi.
"On a island"....rieccoci ai colori di "Meddle". Molto '70... arrangiata con apparente semplicità ma che qualità. Il solito perfezionismo doveroso. Cori perfetti con ospiti illustri. Suadente e affascinante. Che vuoi di più nel 2006 da un sessantenne arrivato e sereno? Che gli frega? Prendi e porta a casa. Bel lavoretto. Sapore eterno. I posteri se ne accorgerenno.
"The Blue".....che lenta. Tanto lenta. Bellina. Immagini lacustri e barca a remi nel tramonto. Quello vedi. Tick !! Mando avanti.
"Take a Breath".....però..cattivetta! Non ce la faccio...mi torna la vena introspettiva di Animals in testa. Piacevole rock. Riff Floydiano. Quello voglio. Me piace. Approvo. Tick! Avanti ancora.Chissà adesss..
Come? Sassofono?? "Red sky at Night". BOH !Pura introspezione vuoto a perdere. Peccato. Brutta e inutile. Dave che mi combini? Tick! Avanti...
"This Heaven" è un blues a basta. Il blues non mi piace. Così no. Aiaiaiai. Tick!
Ahhhhhhh...il Mississippi, adatto alla colonna sonora di Amistad, che c'entraaaa??No...cambia. "Then I close my eyes" mi diventa il sequel di Alan's Psychedelic Breakfast. Furbacchione e psichedelico. Azzardata e un pò anonima. Si pretende troppo dal mito. Tick!
"Smile". Minimalista e sonnambula. Niente da fare ! Tick!
Noooo. Ancora una lenta. Beh dai. Sta "A pocketful of stones" non è malaccio. Un pò cupa a volte alla The Wall. MA troooppo lenta. Quanto amore Dave. Sei proprio innamorato. Caruccia. La salvo.
"Where we start" chiude tutto. Ballata lenta ovvia. Finish. Eject. Mmmmmh.
Chi si aspettava un disco un pò esplosivo con dei suoni più marcati, dello space come si deve, parentesi onoriche e arrangiamenti maestosi resterà delusissimo. Si sentono tutti i 60 anni del Dave Gilmour. E' un disco di chi ha molto alle spalle e troppo per trovare nuove alchimie. E' un viaggio a ritroso nei primi '70 alle sue origini stilistiche. Non c'è traccia del Waters-Floyd style. Solo Gilmour. Troppo poco movimento considerando i 12 anni dal Division Bell.
Non riesco a dire tutto male del lavoro, sono deluso dai contenuti troppo corrivi e dalla eccessiva tranquillità delle esecuzioni. Un album ninna nanna di qualità. Fortuna che c'è la Fender. Sempre favolosa malgrado il contesto sminuente.
Ma al Gilmour si perdonerebbe tutto, basta che suoni. Qui si merita una bella tirata d'orecchie.
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