Giorni fa è giunta la triste notizia della scomparsa di Charlie Watts, l'elegante e compassato batterista dei Rolling Stones. E per ricordarlo non solo sono tornato a riascoltare i vecchi dischi degli Stones degli anni d'oro, ma ho ripreso a vedere la mia copia in dvd del film "Gimme shelter" risalente al 1970 e a mio avviso forse il miglior film riguardante la musica rock. Questo semplicemente perché, partendo dalla constatazione che morendo Watts gli stessi Rolling Stones dimostrano la propria natura mortale (ahimè) , il film documenta come anche negli anni fulgidi del rock non tutto fosse così scintillante ed invincibile. Purtroppo poteva verificarsi qualche imprevisto in grado di pregiudicare il buon esito di un maxi concerto gratuito come era nelle intenzioni degli organizzatori del festival di Altamont nel dicembre 1969.

I registi della pellicola (David e Albert Maysles, Charlotte Zwerin) ci accompagnano scrupolosamente lungo la trionfale tournée in USA dei Rolling Stones nel novembre 1969. Il gruppo, dopo l'estromissione e la morte di Brian Jones e la sua sostituzione con Mick Taylor, appare in gran forma e ha modo anche di passare negli studi Muscle Shoals in Alabama per incidere alcune tracce presenti poi in "Sticky fingers" .Una tipica condizione di vento favorevole nelle vele che però può indurre a prendere decisioni che si riveleranno poi errate.

Infatti, a chiusura del mese di concerti in terra yankee, gli Stones annunciano che terranno un concerto gratuito in California sulla falsariga di quello svolto ad agosto a Woodstock, come fosse una risposta della West Coast alternativa alla East Coast. Facile a dirsi (in quei giorni il gruppo inglese si percepiva in una condizione divina adatta a permettersi qualsiasi lusso), più difficile a farsi se si hanno pochi giorni a disposizione prima della data prevista del 06/12/1969. E dopo vari tentativi da parte di illustri organizzatori (fra questi l'avvocato Melvin Belli , lo stesso Michael Lang già a capo già dell'organizzazione di Woodstock), la scelta obbligata resta Altamont Raceway Park. Scelta un po' infelice vuoi per la scomoda posizione incassata della zona, vuoi perché verrà montato un palco posto in posizione poco sopraelevata rispetto ai numerosi spettatori che affluiranno (fra i 300.000 e i 500.000).

Ma soprattutto sarà sconsiderato affidare il servizio d'ordine agli Hells Angels, gruppo di bikers violenti pagati con l'equivalente di 500 dollari (!) in casse di birra ed alcoolici vari. Se Jagger e soci forse pensavano di avere a che fare con bikers simili a quei centauri hippies protagonisti del film "Easy rider", dovranno ricredersi.

Già l'atmosfera durante l'intero concerto con le esibizioni di grandi gruppi come Santana, Flying Burrito Brothers, CSN&Y e Jefferson Airplane non riuscirà mai a comunicare buone vibrazioni . Con un folto pubblico di hippies strafatti di sostanze varie (non solo alcool), basta un nonnulla per venire alle mani con gli Hells Angels solo se qualcuno ha osato sfiorare qualche loro moto parcheggiata presso il palco. Le risse sono numerose (lo stesso Marty Balin dei Jefferson sarà sonoramente picchiato) e si nota come troppe persone circolino sul palco durante le esibizioni dei gruppi musicali, mentre fra il pubblico è ben visibile il caos di stampo hippie. Troppi i presenti persi nei loro trip, belle ragazze propense a praticare il nudismo tentando di raggiungere il palco oppure intente a dimenarsi, a torso nudo, a ritmo di musica facendo sballonzolare le belle tette .

La situazione non muta in meglio quando gli Stones salgono sul palco alle 16.30 (già prima Jagger aveva ricevuto un pugno da uno spettatore fuori di testa) . Per quanto il gruppo riesca ad eseguire 15 brani, le interruzioni sono continue con Jagger che lancerà appelli alla calma con l'indimenticabile frase "Brothers and sisters , who wants to fight?". Sarà nel corso del brano "Under my thumb" che lo spettatore diciottenne Meredith Hunter, brandendo una pistola pare scarica verso il palco, sarà accoltellato a morte da un componente degli Hells Angels. L'arrivo di un elisoccorso porterà la vittima all'ospedale più vicino ove si constatera' il decesso, mentre un altro elicottero trasporterà gli Stones via dal luogo del concerto più turbolento della loro carriera.

Bilancio finale :4 morti (1 per affogamento, 2 per overdose), 400.000 dollari di danni. Tramonto definitivo delle utopie libertarie e pacifiste veicolate dal rock in generale, dopo il successo incredibile del festival di Woodstock. Conferma ulteriore di quel carattere maledetto ed oltraggioso affibbiato ai Rolling Stones, anche se emergono la fretta e l'approssimazione nell'organizzare in poco tempo a disposizione un evento musicale di grandi proporzioni.

Loro stessi appaiono presi in pieno da avvenimenti superiori alle loro forze. Basti vedere alcuni passaggi della pellicola dal ritmo incalzante come quando ascoltano, in fase di montaggio del film, la telefonata registrata tempo addietro di Sonny Burger, responsabile degli Hells Angels. Questo li manda a quel tal paese declinando ogni responsabilità verso tanti hippies strafatti intenti a sfiorare le moto degli Angels e che se le vanno a cercare (commento di Watts :"Well done, Sonny!").

O come, a domanda di David Maysles se avesse visto dal palco l'accoltellamento di Hunter, vedere Jagger ammettere sconsolato che non era in condizione di vedere alcunché. E dirlo candidamente mentre osserva al rallentatore la scena del delitto mostrando sul volto un'espressione inorridita. Questo moto dell'animo che traspare sul volto di Jagger è forse il sigillo più efficace per la tumultuosa decade dei Sixties del Novecento.

Quella sera, ad Altamont, il Male colpiva lasciando una scia sanguinosa per mano di coloro (i soliti uomini maledetti e non diavoli) che avrebbero dovuto assicurare il buon ordine di un grande concerto. Per dirla con la strofa di "Moonlight mile" dei Rolling :" just another mad day on the road".

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