Non so perché ma stò TopoMorto chè-fa-il-diggei mi stà moderatamente simpatico.

Vuoi perché cotanto roditore mi ricorda una recente diatriba con un povero (R.I.P.) ospite della mia magra cambusa, vuoi perché un sorcio defunto chè rovista tra giradischi e chincaglierie assortite [un mestieraccio, ne converrete; mentre trasuda le classiche dodici camicie per intrattenere gli astanti, la maggioranza - tra strafatti-di-cracche e satolli di alcool oltre la soglia di galleggiamento - se ne frega del  Suo operato] mi pare amabile anzichènò.

Chiaramente l’empatia chè si può provare per l’orecchiuto roditore non puote prescindere da quanto è in grado di offrire nel corso della propria release, sortita tramite Ministry Of Sound al termine dello scorso anno, dalla singolare nomenclatura “Random Album Title”.

Ciò che si apprezza dall’ascolto di questa sorta di transumanza su unico supporto di 12 tracc(i)e composite da outtakes già edite in separata sede è la congrua freschezza d’insieme, l’equilibrata, fruibilmente acuminata, scintillante, algida scelta dei suoni e soluzioni con la quale costui manipola, plasma e tratta la immateriale materia house-danzabile: si passa da godibili mostricciatoli squisitamente Techno-Trash (“Complications”), a frattaglie maggiormente levigate di natura para-Orbitaleggiante (“Brazil”), à Pop-brandelli potenzialmente in grado di  scalare le charts di mezzo globo (“I Remember”): forse non è un caso che a fine giugno (2009) sarà uno dei nomi in cartellone al Sonar di Barcelona proprio in compresenza dei fratellini Hartnoll.

Il lavoro é costruito come un godibile continuum quale che fosse una delle abituali performances con le quali costui, tra una rosicchiata e l’altra, ama far sballottare i plantigradi meno stanziali ovvero coloro i quali sono maggiormente propensi alla dance hall meno ruffiana e di distinguibile pregio.

Che nessuno chiami Silvestro!

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