Helge Sten, in arte Deathprod, classe 1971, norvegese. Membro e fondatore dei Supersilent, produttore dei Motorpsycho. Un ragazzo tranquillo. Inizia ad armeggiare con sintetizzatori e reverbs nel 1991, collaborando nelle registrazioni e nei live degli amici e compaesani MP nelle loro prime produzioni (si veda alla voce "Demon Box").

L'album in questione (l'ultimo di Deathprod), pubblicato nel 2004 per la Rune Grammofon, è uno degli album ambient più oscuri e destabilizzanti che mi sia mai capitato di ascoltare. Non è facile descrivere un disco sperimentale come questo: le sensazioni che provoca vanno oltre alle cinque sfere sensoriali di cui la Natura ci ha fatto dono. Sembrerà banale paragonarne l'ascolto ad un viaggio, ma è l'immagine che più si adatta a questa esperienza.

Si parte dal preludio lento e sfumato di "Tron", che si trasforma in una fragorosa tempesta nordica scatenata dal gelido blizzard norvegese. Il suono si satura fino all'inverosimile, come se la tormenta versasse direttamente nei timpani di chi ascolta. Si attraversa poi una terra di fuochi fatui e di lamenti con l' angosciante "Dead People's Things". Cori di anime perdute e suoni disturbati riempiono un buio da oltretomba. La luce torna con "Orgone Donor", un organo solenne scatena una potente energia quasi estatica. Il viaggio termina in una camera a nebbia, "Cloudchamber" appunto, e tutto il suono si comprime per poi liberarsi. Echi, ronzii,  risacche: un festival drone in una cabina telefonica. 

"Morals And Dogma" è un disco difficilissimo da assimilare. Sconsigliatissimo a chi predilige ascolti distratti e spensierati. Consigliatissimo a chi vuole guardare in fondo ad un abisso e perdersi per circa 45 minuti.

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