I Deathspell Omega da Poitiers nascono nel non lontanissimo 1998 come band dedita al più grezzo e intransigente black metal, sulla scia di quanto fatto in Norvegia qualche anno prima. Dopo 2 album molto belli, ma in fondo canonici ("Infernal Battles" del 2000 e "Inquisitors Of Satan" del 2002) e molti fra Ep e Split con altri gruppi, sfornano quello che finora è il loro capolavoro assoluto, "Si Monumentum Requires, Circumspice", datato 2004, cui dopo un solo anno di distanza fanno seguire questo Ep.
Ci si potrebbe ora chiedere, come mai non ho recensito il loro disco più rappresentativo, dato che sono il primo a trattare di loro su De-Baser. Il fatto è questo, a me piacciono le sfide, e questo Ep, che è Ep solo di nome, durando questi più di 36 minuti, è una sfida. Perché se già il precedente Full-Length era sì black metal, ma molto complesso e composito, qui si tocca l'estremo. Qui il black va a fondersi con il death, il trash, con l'elettronica sul terzo ed ultimo brano, ed addirittura con intuizioni jazz, soprattutto nelle strutture, nella sezione ritmica, e nella natura stessa di alcuni accordi.
Già, di strutture abbiamo parlato, ma il termine è improprio, qui non c'è posto per la forma canzone, ogni brano è un continuo in fier, i riff si abbracciano l'uno con l'altro indistricabilmente, i tempi stessi sono spessissimo dispari, tutto sembra fatto apposta per stordire l'ascoltatore, per non dargli nessun appiglio; ed infatti il primo impatto non è dei più facili, pur essendo un Ep, questo disco richiede pazienza e costanza, ripagate poi alla grandissima.
Un discorso a parte va fatto per la voce, neanche questa canonica, infatti, al consueto screaming si sostituisce una voce più profonda e roca, adattissima alla musica e assolutamente non invadente. Un ultimo appunto per le liriche, degne di un dottore in teologia, e per lo spendido artwork, tutto in tonalità di rosso e in nero. In definitiva, a mio avviso, un acquisto obbligatorio per ogni Blackster che si rispetti.
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