ragazzi, che disco...
dovreste sapere innanzitutto, prima che cominci a parlare di "Junk science", qual'è la summa del sound rave bastardo (secondo me) perchè da questultimo si potrebbe dire che abbiano preso parecchi spunti i Deep Dish in questione (non solo secondo me) e io vi dirò che questa summa la dovreste possedere tutti (altro che prodigy) ed è il grande, grandissimo, "Dubnobasswithmyheadman" degli Underworld che comunque sia non mi andava di recensirlo anche se forse prima o poi lo farò perchè manca, scandalosamente, nel catalogo debaseriano.

Dunque, avrete intuito cos'è questo junk science no? E' un frullato di techno, house, aperture trance e pure qualche spunto ambient quà è là come ad esempio l'intro è lo stesso pezzo junk science fanno intendere. Perchè il disco è bello? Innanzitutto perchè è l'unico dei deep dish in questionem (sfascia docet) che non sia un raccolta di remix (seppur ben fatti, secondo la loro tradizione a non deludere mai) e quindi viene meglio risaltata la loro personalità sonora elevatissima, in grado di rendere la musica tunzettara gabry-pontesca una merda assoluta (non che ci voglia molto) ed elevando il genere da tunzettaro, a genere ravettaro (che è ben diverso) come già fecero esimi colleghi come i defunti Chemical Brothers con il loro "dig your own hole", i strasupergeniali Daft Punk con il loro "Homework", nonchè Felix Da Housecat con il suo "Kittenz and thee glitz".

Perchè ho recensito quest'album? Semplice, per fare conoscere i Deep Dish, che a me, al pari degli altri artisti da me citati, piacciono tanto al cubo, come direbbe quel cazzone d'un giovanotti. Ho recensito questo disco, perchè pur non essendo una pietra miliare del genere, resta comunque un disco di ispirazione assoluta, capace anche di spiazzare l'ascoltatore con perle come "monsoon "(eccezzionale, da sentire assolutamente) o la hit "The future of the future" cantata da Tracey Thorn degli Everything but the girl, tanto per citarne, due, ma per la verità non vi si trovano canzoni, o pezzi senza cantato, che deludano l'ascoltatore, perchè appunto il livello del disco si mantiene spesso abbastanza alto. "Pesepolis" poi, un pezzo che ti porta indietro nel tempo fino all'antica Persia con una melodia arabeggiante che farebbe impallidire quella mezza stupidaggine di "Galvanize", è un pezzo davvero spettacolare, bellissimissimo!

Poi si passa alla jazzata "Chocolate city" (durata 10.8 minuti), e allora vi incomincerete seriamente a chiedere se state veramente ascoltando un album tunzettaro di qualità, ebbene la mia risposta è si. Le cinque stelle se le merita di sicuro, ma badate bene, tutte le tematiche sviluppate in questo disco, molto ma molto ma molto probabilmente, sono state già approfondite in lungo e in largo da parecchi altri dj altrettanto bravi, vedi "the story so far" del grande Moby ad esmpio, oltre che gli altri esempi riportati da me più sopra. é questo un difetto ? Ovvio che no... e facendovi coccolare e ipnotizzare da "chocolate city" o da "summer's over" (psicadelica nonchè divinamente deep house) ispirata lo capirete anche meglio di me.

Bello, Bello, Bello.

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