Allora, che non ci sia due senza tre è proprio vero…
Dopo le clamorose pecche Judas Priest/Obituary, spero di non rubare questa recensione a qualcuno, ma visto che su DeBaser dei Deicide ci sta solo il Live a Londra di MaledettaPrimavera (grandioso, comunque) è intollerabile che i De-recensori metallozzi non rendano la dovuta giustizia ad un disco che ha fatto, fa e farà la storia come questo.
Mi rimetto quindi al lavoro.
“Legion”: ennesima prova per i Deicide, che avevano riscaldato gli animi con il precedente “Deicide”, lasciando critica e deathsters senza parole e senza nessun altro desiderio se non anticipare i tempi per vedere, bruciati dalla curiosità com’erano, come si sarebbe rivelato il successore del disco con un’irrefrenabile voglia di sbattere la testa su e giù a tempo di ritmi demoniaci.
Prima di addentrarmi nei particolari del disco, voglio annunciarvi due cose:
1-Il disco è molto ma molto violento; ciò non toglie che sia un capolavoro assoluto nel panorama Death Metal inizio Anni ’90;
2-Glen Benton è uno psicolabile satanista che non ha nessun altro scopo più intelligente nella vita se non quello di “Bruciare all’Inferno” (contento lui…), di “Avere la mia vendetta” (Baura Baura voglio la babbaaaaa!), di “Non prendere l’aereo per non sentirsi vicini a Dio” (infatti, quando fa i concerti in Europa o comunque all’esterno della sua Florida, ci arriva sempre spolpato, provate voi a fare tutti quei km a piedi) e intrattenere piacevoli dialoghi con noi
su argomenti principalmente riguardanti gli interessanti e coinvolgenti temi di:
-Satana
-Satana
-Satana
-666 UURGGHHHH AHAHAHAH THE BEAST MASTER SATAN, RISE!!!!!! UUURGHHHAHAHAHA!
Come avrete capito, non posso fare nient’altro per questo povero uomo, bruciato dall’alcool e dal tanto agognato fuoco infernale che crede di farci paura facendoci chiamare di conseguenza la cara mammina a squarciagola perché ci rimbocchi le coperte, che non sia provare una forte compassione per lui e il suo amaro destino nel suo tanto ambito Inferno (dove, a meno che non si faccia prete, cosa di cui dubito fortemente, andrà a finire sul serio, con sua estrema contentezza).
Ma non posso comunque non ammettere che Glen Benton è una figura musicalmente importantissima per l’evoluzione del Death Metal oltre che un gran cantante e un bravo bassista: e comunque i suoi Deicide sono degli autentici pionieri del Death fine Anni ‘80/inizio ’90 senza i quali di Death Metal non se ne sarebbe sentito mai parlare (ma non toccatemi Chuck Schuldiner).
Con “Legion” gli uccisori di Dio segnarono probabilmente quella che sarebbe stata la loro miglior prova: un disco che, se confrontato con il recente, patetico “In Torment In Hell” (l’originalità dei titoli è sempre di moda in casa Benton) sembra d’avere Godzilla (tanto per restare in tema, visto che ci sta la parola “God”) contro una formica.
Violenza, velocità senza compromessi, tecnica ottima, tempi assolutamente irregolari e testi diabolici (e davvero originali, sapete!…scherzo, purtroppo…) rendono questo disco un caposaldo (date le recenti beghe con i Nani, meglio evitare la parola “Masterpiece”) del Death Metal.
I fratelli Eric e Brian Hoffman sono artefici di una prestazione assolutamente eccezionale, con assoli ipertecnici a velocità assurde, accompagnati prontamente da un eccellente Steve Asheim in grandiosa forma che si conferma quindi nell’Olimpo dei time-keepers Death Metal, (aspettate, mi sono perso, meglio ripetere il verbo della principale…ah, sì, ecco) e da un Glen Benton che riguardo a suonare il basso sa il fatto suo (sempre col quel cazzo di plettro in mano però…Vabbè) e a cantare anche, sovrastando magistralmente il tutto con la sua unica, caratteristica e inconfondibile voce catacombale.
I testi vanno dal “Satana vive” al “Satana regna” al più originale “Io voglio morire per Satana” (e contento tu…) e al più complicato ed indubbiamente elaborato “Tutti i cristiani saranno uccisi e le legioni di Satana prenderanno il sopravvento sui cristiani squartati”.Come avrete capito, non sarà per i testi che acquisterete il cd.
Ma sarà invece per la musica, eccezionale, magnifica, brutale e violentissima come ci avevano abituato nei primi dischi i Deicide: qui si trova il trademark di casa Benton, con il songwriting inconfondibile tipico dei quattro deicidi.
Se non fosse per i testi, assolutamente inutili e scambiabili per un lungo delirio ricco di visioni morbose provenienti da una mente malata, il disco potrebbe essere non dico tra i primi cinque, ma senza ombra di dubbio tra i primi dieci migliori dischi Death Metal che risiedono nella mia modesta dimora.
Pezzi come la brutale opener “Satan Spawn, The Caco-Daemon” e altre pietre miliari come “Repent To Die”, ”In Hell I Burn” e la conclusiva “Revocate The Agitator” (non le cito tutte, sarebbe un’ingiustizia) ci fanno capire appieno la gran capacità compositiva dei quattro.
Da avere assolutamente!

Carico i commenti... con calma