Il suddetto gruppo, alla sua terza fatica, può essere classificato come Metalcore, ma nell'accezione più ampia del termine, poiché le influenze riscontrabili sono tante e differenti: Sepultura, Pantera, e anche un'infarinatura di Deftones. L'album si mantiene sempre su alti livelli, con vigorosi riffs di stampo Thrash, strofe in growl, non molto profondo ma sufficientemente aggressivo, alternato a ritornelli melodici in cui il cantante mostra la sua voce naturale, il batterista pesta bene (all'inizio di "Ribcage" è eccezionale) senza mai strafare, e le chitarre (i chitarristi sono ben tre) sono taglienti al punto giusto.
L'album comincia con trenta secondi di coro angelico, a cui sopraggiunge bruscamente "Not I": qualche secondo di potenti schitarrate accompagnate dalla batteria, poi un "Noooo!!" in growl e il vero inizio di uno dei pezzi migliori dell'album, il cui ritornello melodico è di facile presa. Il viaggio sonoro continua il primo singolo "Undying" e la cavalcata Hardcore "Relentless Intolerance". Come già detto, il gruppo non propone i soliti canoni del Metal estremo, ma mostra segni di sperimentazione, evidenti nella seguente "Deteriorate", ballata inizialmente acustica, che accelera nel finale, in cui il cantante mette in mostra la sua voce naturale (davvero molto espressiva) e nella finale "The Tide Began To Rise", scandita dal piano e dalle chitarre acustiche.
L'album raggiunge punti molto furiosi con le ottime "Fire To My Soul" e "The Sience Of Lies", ma tocca i punti migliori con "The Soldier's Song", sicuramente il pezzo più completo del disco (e uno dei pochi con un assolo di chitarra al suo interno) e "Snap Your Fingers, Snap Your Neck" (cover dei Prong), le quali dimostrano che questi headbangers dall'integerrima morale non sono i soliti ventenni finto incazzati.
Per concludere, disco ottimo, consigliato agli amanti del Metal, senza distinzioni.
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