1993: Annus Mirabilis per il Death Metal made in Sweden

Da una parte si conferma il trend estremo e senza compromessi di band come Dismember ("Indecent And Obscene") e Unleashed ("Across the Open Sea").  Dall'altra si palesa una nuova ventata di innovazione e sperimentazione attraverso dischi quali "Wolverine Blues" (Entombed) e "Skydancer" (Dark Tranquillity).

Nel mezzo, due uscite controverse ed eterogenee per ispirazione e suoni: "With Fear I Kiss The Burning Darkness" degli At the Gates e "Into Eternity" debut cd dei Desultory. Non a caso, due album che non metteranno d'accordo critica e fan creando un divario di consensi e stroncature che non avranno eguali nella storia del Death Metal Svedese 

I Desultory, dopo ben 3 demo tape (apprezzati soprattutto dai puristi dell'Underground) e un mini Lp esordiscono per una signora label: la Metal Blade.

L'occhio lungo di Brian Slagel non aveva problemi di cataratta.

La band svedese si presentava con un songwriting ultra tecnico e dalle evidenti influenze Thrash Metal (soprattutto Sadus band seguitissima in terra svedese) che (credo) abbiano pesato non poco sulla firma del contratto.

Ma "Into Eternity" è un'uscita con qualche luce accecante e molte, molte ombre.

Si parte col botto e la splendida title track subito si candida come una delle migliori song Extreme Metal mai composte nella terra di Odino.

Violenta, tecnicissima ma dalla aperture melodiche marcate e avvincenti, registra una performance superba del vocalist, Klas Morberg.

Il Metal melodico di Goteborg deve moltissimo a questo brano anche se pochi avranno il coraggio di ammetterlo ("Lunar Strain" degli In Flames, verrà pubblicato solo l'anno dopo).

"Depression" è in sintesi la sindrome di Stoccolma  (in tutti i sensi) per il Death Metal di fine anni 80. Putrefazione sonora addolcita dalle "solite" soliste di Stefan Porge. Nei chorus il contributo malefico di Matti karki (Dismember).

Altro highlight del disco è la già nota (almeno per chi seguiva le gesta della band tra compilation varie...) "The Chill Within". Carro articolato Thrash Metal con agganciata motrice ultra-Death spaccasassi.

Secondo capolavoro del disco.

Morberg, espressivo e lovecraftiano come solo Tompa Lindberg nel disco/culto "The Red In The Sky Is Ours" lo era stato in precedenza.

Queste le luci.

Ombre:

La qualità del disco (e l'attenzione dell'ascoltatore medio) cala precipitosamente con song confuse e tutto sommato inutili (perché già sentite) come "Visions" e "Forever Gone" che praticamente iniziano con lo stesso riff di chitarra variando di poco le armonie.

Trascurabili "Tears" e "Asleep".

"Passed Away" sembra rialzare le sorti della band ma è solo un richiamo flebile e lontano che come tale solo in pochi (quelli che arriveranno stremati alla fine del disco...) sapranno raccogliere.

Dopo "Into Eternity" i Desultory pubblicheranno altri due album "Bitterness" (1994) e "Swallow The Snake" (1996) che poco o nulla aggiungeranno a quello già detto in precedenza.

E inevitabilmente sarà l'oblio.


  • JohnHolmes
    31 ago 09
    Recensione: Opera:
    Il disco non lo conosco, ma da come ne parli pare essere un'opera prescindibile. Per quel che mi riguarda, il death svedese (come quello suonato in tutto il mondo) aveva già detto tutto nel 93, da quel momento in poi di roba canonica ben fatta se n'è vista poca, per il resto hanno avuto più fortuna le varie sperimentazioni technical, progressive, brutal, melodic, ecc.
  • eddyrovonero
    31 ago 09
    Recensione: Opera:
    Salve!!!
    Di certo è un'occasione mancata per una band che sul lato tecnico non aveva nulla da invidiare ai grandi nomi della scena svedese ma che poi ha fallito miseramente ( tranne le tracks meritorie indicate nella recensione e che ti invito cmq ad ascoltare...) in fase di songwriting. Troppi brani che si assomigliano e poca fantasia.
    Sulla carta, all'epoca, i Desultory venivano considerati una vera promessa del Death Metal...ma non hanno saputo ritagliarsi il loro spazio definitivo nella scena.
    Peccato.
    In effetti dopo il biennio 93/94 solo i Meshuggah e pochi altri hanno detto qualcosa veramente di nuovo...
    Grazie per il commento.
  • Ryu
    1 set 09
    Recensione: Opera:
    Invece a me quest'album non è dispiaciuto affatto essendo un esploratore dell'underground e un grande appassionato del death metal grezzo e graffiante,tipicamente old school e ovviamente anche dello swedish che ho esplorato approfonditamente
  • eddyrovonero
    2 set 09
    Recensione: Opera:
    Salve.
    Non capisco quale disco tu abbia ascoltato ma "Into Eternity" non è un album grezzo, nè old school e in alucuni frangenti neanche propriamente swedish.
    Non è nemmeno un'uscita underground visto che la Metal Blade (come etichetta) ha una valenza e una distribuzione migliore rispetto ad una piccola casa editrice.
    La mia recensione non ha stroncato totalmente il disco.
    Poi de gustibus....
  • GIASSON
    14 lug 14
    Recensione: Opera:
    L'album non sarà un capolavoro, ma è comunque molto valido, non il tipico death svedese e neanche il solito death melodico, abbastanza personale quindi. Recensione che con tutti quei paragrafi da un paio di righe risulta illeggibile.
    • GIASSON
      19 feb 15
      E comunque l'assolo di Visions è uno dei più belli che abbia sentito.

Ocio che non hai mica acceduto al DeBasio!

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