Il gruppo belga, ormai stabilmente maturo, si concede un adeguamento all'ondata indie degli anni zero, mantenendo comunque il suo caratteristico timbro art-rock; rimane sempre saldo il legame con il passato, soprattutto nell'iniziale "When She Comes Down" e in "Oh Your God" dove l'approccio misterioso di Tom Barman subisce improvvise alterazioni; la sua voce ricorda quella di Bono, così come le sonorità rimandano ad una versione indie degli U2 come è evidente nella finale "Popular Culture".
Nelle vibranti "Favourite Games" e "Is A Robot" imprimono più azione, un giro di chitarra graffiante vaga per le strade di Gotham City; è qui che le atmosfere si addensano, mescolandosi a tastiere kraut in "The Architect", avvicinandosi musicalmente ai Tv On The Radio e ai Block Party. Queste ambientazioni cupe tornano in "Slow", che vede la partecipazione di Karim Andersson dei Knife, mentre la romantica "Eternal Woman" è British pop tenue che si riflette anche in "Smokers Reflect", le cui sonorità rimandano ai Keane.
Insomma, i Deus continuano sulla loro strada, senza troppi inganni.
Elenco tracce testi samples e video
09 The Vanishing of Maria Schneider (04:44)
your time
not seen it passing
your beauty no
not seen it go
a moment
made out of moments
made out of gold
and your silver soul
and no one knows what you've become
you elegantly put us on
for ever and a day
inside your fingers
my heart's the trigger
you pull with ease
it's my destiny
in times
that i went looking
i had no clue
where to look for you
cause no one knows what you've become
you elegantly put us on
forever and a day
somewhere over tired oceans
underneath the stars
it's time to become who you are, my love
that sad look shake it off
the road has been too long
we're all just passengers
in time and space
an end we never chase
but fate will erased
marveling at
how your beauty stays
your time
not seen it passing
your beauty no
not seen it go
a moment
made out of moments
made out of gold
and your silver soul
and no one knows what you've become
you elegantly put us on
for ever and a day
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Altre recensioni
Di VortexSurfer
Vantage Point finisce per essere probabilmente il lavoro meno ispirato e significativo del gruppo, ma per questo da non sottovalutare perché ha comunque qualcosa da dire.
La voce calda e roca di Barman rimane l’anima del gruppo, ormai privo da anni dei componenti che infarcivano il tutto di pennellate jazz.