Aveva passato nella vecchia Europa la bellezza di quattordici anni; ma la sera del 23 Settembte del 1978, a due anni dal ritorno negli States, Dexter Gordon riacciuffa una New York molto diversa da quella che aveva lasciato anni prima. Quella sera alla Carnegie Hall c'era una atmosfera conviviale, resa tale anche dai suoi soliti e ammiccanti discorsetti con i quali era solito introdurre i pezzi. Il pubblico è complice, applausi scroscianti, qualche composta ovazione, giusta accoglienza riservata a questa leggenda del Jazz.

Il disco segue la scia della carriera gordoniana: una valanga di Hard Bop vecchia maniera, raggiante, vibrante, vigoroso, reso ancora maggiormente possente dal caratteristico suono di Dexter. La proposta di Dexter, agli sgoccioli degli anni '70, decennio che si era lasciato alle spalle già molte delle rivoluzioni/evoluzioni in àmbito Jazz, sembrava avesse fatto il suo (glorioso) tempo; ma la risposta calorosa della platea della Carnagie Hall dimostrava che, c'è sempre sete di Jazz old style, ieri come oggi, come sempre..

Il disco è lineare, Dexter conosce il mestiere, e quando si becca la serata giusta, la buona riuscita della stessa è assicurata. Della partita sarà anche un altro vecchio cavallo di razza del Jazz, ovvero Johnny Griffin, uno che in Europa alla fine c'è pure morto, e presentato da Dexter come "European Sultano" (...). I due condivideranno il palco in occasione di due brani: il primo, "Blues Un and Down", è un vecchio Bop velato di bluesy scritto da Sonny Stitt. Il secondo è il brano che chiude la serata, uno dei cavalli di battaglia di Dexter, ovvero "Cheesecake".

Sonny e Dexter sono in forma smagliante, hanno del poderoso lungo tutta la durata del brano, una cavalcata lunga quindici minuti (conclusasi verso la fine in un rilassato Blues condotto dai fidi Cables al piano, Reid al contrabbasso e Gladden alla batteria, per permettere a Dex di ringraziare musicisti e pubblico), costellata da fraseggi lancinanti, fin dall'esposizione del famoso tema e dopo il quale i loro sax cominceranno a rincorrersi frase dopo frase, scala dopo scala: una vera e potente corsa al galoppo, che vedrà i due arrivare  ex aequo al traguardo.

Il disco si mostra anche elegante in modo sofisticato quando arrivano le ballad tanto care a Dex, in questo caso come in "More Than You Know", e in cui i delicati chords di Cables indicano la strada al viaggio notturno del sax di Gordon. Il disco è ben prodotto (Michael Cuscuna) e ottimamente suonato dalla prima fino all'ultima nota. Quindi, perchè lasciarselo scappare?

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